I Nirvana, la loro casa discografica Geffen e Marc Jacobs hanno trovato un accordo nella disputa relativa alla paternità del logo con lo Smile usato dal gruppo in versione strafatta, con due X al posto degli occhi e la lingua che esce dalla bocca tratteggiata in modo irregolare.
Tutto era cominciato nel dicembre del 2018, quando i Nirvana hanno intentato causa a Marc Jacobs per aver usato il logo della band su alcuni capi della collezione Bootleg Redux Grange: al posto della scritta “Nirvana”, compariva “Heaven” (l’alternativa cristiano-cattolica al nirvana buddista) in caratteri molto simili a quelli usati dal gruppo, e le iniziali M e J al posto degli occhi a X.
La band ha accusto il brand di violazione del diritto d’autore. A disegnare il logo dei Nirvana sarebbe stato Kurt Cobain, ma la teoria è incerta e ha qualcosa di leggendario: in dichiarazioni precedenti l’avvio della causa, sia Grohl che Novoselic avevano detto di non sapere, o non ricordarsi con precisione, da dove provenisse quella variazione sulla smiley face.
Anche per questo, Marc Jacobs ha risposto a sua volta con una causa. A inserirsi nella discussione legale era poi stato anche l’artista Robert Fisher, ex collaboratore della Geffen (casa discografica dei Nirvana) che si è detto autore della faccina sballata. Secondo gli avvocati di Fisher (le dichiarazioni sono riportate da Billboard), «i Nirvana avrebbero tratto enorme profitto dal lavoro di Fisher per trent’anni attraverso la vendita di un numero cospicuo di prodotti», riuscendo a non ricompensarlo e appropriandosi della sua opera.
Anche se questo fosse ritenuto vero da un tribunale, il diritto d’autore di Fisher potrebbe essere messo in discussione in quanto il logo sarebbe stato realizzato per la Geffen, il che potrebbe assegnare i diritti di copyright all’etichetta e non all’autore.
Nella giornata del 9 luglio le tre parti hanno annunciato di aver raggiunto un accordo di mediazione coordinato dal magistrato Steve Kim. Gli accordi sarebbero ancora informali ma, come scrive Rolling Stone US, dovrebbero essere chiusi ufficialmente nelle settimane a venire.