I Pearl Jam hanno caricato sui servizi di streaming quasi 200 dischi live. Su Tidal, in particolare, sono oltre 180, su Spotify molti meno. Si tratta di una parte dei bootleg ufficiali che la band di Seattle pubblica da oltre vent’anni e che coprono varie epoche della sua attività concertistica.
A partire dal giro di concerti del 2000 che toccò anche l’Italia e che fu momentaneamente interrotto dalla tragedia di Roskilde, la band decise infatti di registrare e pubblicare le registrazioni di tutti i concerti. Scopo: dare ai fan la possibilità di ascoltarli in buona qualità e a prezzo contenuto. All’epoca i bootleg fatti da terzi, oltre ad essere fuorilegge, erano spesso costosi e registrati male, non direttamente dal mixer, ma tramite microfoni ambientali. L’operazione dei Pearl Jam fu rivoluzionaria.
I bootleg presenti su Tidal coprono il tour europeo e nordamericano del 2000; i concerti del 2003 in Nord America, Messico, Australia e Giappone; i live statunitensi del 2008; i tour nelle Americhe del 2013; uno show inglese del 2014, a Leeds.