Pochi giorni fa a Gelsenkirchen, tra le ultime tappe di un tour negli stadi che li ha visti impegni per cinque anni, e per un totale di 135 concerti, il chitarrista dei Rammstein Paul Hammers aveva accennato al fatto che la band avrebbe potuto prendersi una pausa di almeno due anni.
Ora, il messaggio pubblicato sull’account Instagram ufficiale del gruppo di Berlino fa però sorgere dubbi. Questo il testo, che elargisce ringraziamenti e accenna timidamente al futuro:
«Vorremmo ringraziare tutti i nostri fan, amici e frequentatori dei nostri concerti. Grazie di cuore per il sostegno, il calore e l’incoraggiamento che ci avete dato in questo tour 2024. Lo abbiamo percepito ovunque e ci siamo sentiti trasportati da un’onda di emozioni. È stato un onore suonare per voi, essere parte di questi momenti felici e di gioia condivisa. Grazie a voi, siamo una band che ha riscoperto la sua gioia di fare musica e di stare su un palco. Ogni concerto è stato per noi un atto di guarigione. Vi ringraziamo per questo.
Dall’estate scorsa ci siamo occupati attivamente delle accuse mosse alla band. Prendiamo sul serio queste accuse, anche se gran parte di esse sono infondate ed esagerate. È un processo interno che ci accompagnerà per molto tempo. Ognuno di noi lo fa a modo suo e lo affronta in modo diverso. Vorremmo cogliere l’occasione per ringraziare in particolare le nostre famiglie e i nostri cari per il loro sostegno e il loro amore incondizionato, poiché anche loro sono stati colpiti duramente dalle accuse e dal modo in cui i media le hanno trattate.
Vorremmo ringraziare la nostra crew, il nostro management, tutti i nostri dipendenti e tutti coloro che ci hanno sostenuto e sono rimasti fedeli lungo il percorso. Questo enorme tour negli stadi, con questo grande spettacolo e questo straordinario palcoscenico, è giunto al termine dopo 135 concerti in 5 anni con 6 milioni di fan. Cinque anni con 6 milioni di fan sono giunti al termine. Non sono i Rammstein. Non siamo noi. Non siete voi. Il viaggio continua».
Si va avanti, sembra, anche se i dubbi rimangono. La causa potrebbe essere la posizione ancora traballante del cantante della band, Till Lindemann, che nel 2023 era stato accusato (ma solo a mezzo social e stampa) di violenza sessuale da parte di più donne. Nello stesso anno, l’inchiesta preliminare a un possibile processo si era chiusa per assenza di prove a suo carico. Proprio ieri, un comunicato stampa ufficiale dello studio di avvocati Schertz Bergmann ha invece annunciato che le accuse mosse da una di queste donne, Shelby Lynn, sono state minate da una possibile ricostruzione dei fatti.
PRESSEERKLÄRUNG
ZU TILL LINDEMANNSchertz Bergmann erwirkt für Till Lindemann eine weitere einstweilige Verfügung des Landgerichts Hamburg gegen den NDR-Podcast „Rammstein – Row Zero“, nunmehr gegen Folge 1 pic.twitter.com/qLOIs9eqSq
— Schertz Bergmann (@schertzbergmann) August 7, 2024
Nella stessa giornata, Lindemann ha pubblicato sul suo account Instagram un post con questa caption:
«Eccomi qui, sono prontissimo, niente può impedirmi di andare, il passato segna le rughe, meglio tardi che troppo tardi. Quando purtroppo non è più possibile, si dovrebbe prendere cappello e mantello e nel vasto mondo vagare verso nuove prospettive, lontano dal vecchio cercare nuovi lidi imbrattati di colpa, sbiaditi nell’espiazione, bisogno di nuovi colori, nuove tappe. Per la consapevolezza, non ho bisogno di un altro tribunale, il verdetto è già stato emesso il giorno prima, mi è stato chiesto di quella notte, unica luce, come nel video di ROSENROT. Non mi sono mai sentito così solo, la mia vita è in frantumi, il futuro va verso la rovina. La foresta è bruciata. Non c’è più nulla da cancellare. Ma le ceneri sono il terreno migliore da cui risorgere speranzosi pieni di gratitudine. Mi inchino qui così. Non è facile lasciare il tempo che ho vissuto. Con amore e rispetto. Till».