Il CBGB LAB, dove LAB sta per Lounge And Bar, sarà uno dei tanti, costosi ristorantini all’interno dell’aeroporto di Newark, snodo centrale del traffico del New Jersey. Qualcuno dell’emittente radio WFMU è già riuscito a scattare qualche foto del menù, che sfoggia lo stesso font dello storico live club punk e new wave newyorchese da cui prende il nome. Le differenze, se contiamo anche la tettoia di tela bianca sopra l’ingresso, finiscono tutte qui.
Il vero CBGB di Bowery più che un ristorante chic sembrava una caverna abitata da reietti. Il proprietario, Hilly Kristal, un ex marine cresciuto nel New Jersey, dopo un’avventura iniziale nella gestione di festival, lo aveva aperto nel 1973. L’idea era quella di offrire alla clientela, tra un whisky e l’altro, un sottofondo live di artisti country, bluegrass e blues (da qui l’acronimo CBGB). Ma ben presto il country si fece rock e il rock, visti gli anni, si fece punk.
Fra le sue mura sudicie e imbrattate di scritte (e chissà cos’altro) si sono fatti le ossa gruppi spaventosi come Ramones, Blondie, Talking Heads e persino la stessa Patti Smith che il 17 ottobre 2006 si esibì nell’ultimo live del locale. Oggi al suo posto c’è un negozio Patagonia che vende scarpette comode a gente che adora rovinarsi le domeniche con l’attività fisica. Ma non importa: la leggenda del CBGB rimane viva nell’immaginario di chi c’è stato o di chi avrebbe voluto esserci ma non ha potuto per questioni anagrafiche o geografiche.
Ecco perché sarebbe sciocco paragonare un locale di Manhattan fondamentale per la nascita del punk a una lounge da aeroporto dove non è concesso fischiettare a chi ci fa le pulizie, figuriamoci ospitare un concerto.
Dimentichiamoci per un attimo di essere su un sito prevalentemente musicale per concentrarci sull’aspetto culinario. In fondo, lo chef Harold Moore che ha rilevato il marchio CBGB vuole solo aprire un ristorante.
Da quanto riporta il Gothamist, il nuovo spazio offrirà “un menù americano in uno spassoso ambiente che richiama la leggendaria sala da concerti.” E per menù americano si intende una proposta neanche troppo vasta di hamburger, zuppe, insalate e primi di cucina italiana. Ora, il vantaggio di cercare cibo nella zona sta proprio nella abbondante offerta di ristoranti italiani, essendo il New Jersey una delle destinazioni più scelte dagli emigranti italiani di inizio Novecento. E se è vero che siamo bravi con antipasti e primi, gli americani lo sono con i secondi di carne. Normalmente buoni e a buon prezzo un po’ ovunque nella nazione.
Quindi, se mai doveste passare per l’aeroporto di Newark evitate di spendere 16 dollari e 50 per un piatto di Meatball spaghetti, 14 dollari per una caprese o 42 (quarantadue) per un costato alla griglia. Dubito anche che la nuova versione dell’Hilly’s Chili sarà la stessa del vecchio CBGB. Lì, il cuoco (personaggio mitologico, aveva addomesticato un ratto e se lo teneva in cucina) la serviva accompagnata da cenere di sigaretta e fluidi corporei non specificati. Ma alla gente piaceva così.