Come riporta NME, in un’intervista uscita settimana scorsa, il CEO di Spotify Daniel Ek ha detto che per gli artisti “non è abbastanza fare un disco ogni 3-4 anni”. Da quando questo commento è uscito, intorno a lui e alla sua azienda si è scatenato un polverone, con un sacco di musicisti che l’hanno accusato di sminuire il loro lavoro.
“Musica = prodotto, e deve uscire regolarmente, dice il miliardario Daniel Ek”, ha commentato Mike Mills dei R.E.M. Ma oltre a queste dichiarazioni sdegnate, c’è poco che i musicisti possano fare: boicottare Spotify farebbe prima di tutto danno a loro. Quando un fan ha suggerito la cosa, infatti, Mills ha risposto che “boicottare Spotify non aiuta nessuno”.
Music=product, and must be churned out regularly, says billionaire Daniel Ek.
Go fuck yourself. https://t.co/zJjl3NWjLl
— Sweet Daddy Cool✌️🇺🇦 🐕🇨🇦 (@m_millsey) July 31, 2020
“Sono stanca di dover leccare il culo di queste aziende che sfruttano me e gli altri musicisti”, ha commentato Nadine Shah, chiedendo a tutta la comunità musicale, fan inclusi, di unirsi nel chiedere un cambiamento.
I suoi commenti sono stati ripresi da diversi colleghi, a partire da Jack Garratt, secondo cui “non puoi chiedere così tanto agli artisti e farli lavorare finché non sono esauasti e poi dirgli anche che non stanno facendo abbastanza musica per soddisfare il tuo business model. Io mi sono preso tutto il tempo necessario per fare il mio secondo album. E lo rifarei se dovessi”.
Anche secondo Zola Jesus il modello di business che Ek vorrebbe non è efficace per produrre buona musica. “È chiaro che il miliardario di Spotify Daniel Ek non ha mai fatto musica o arte o niente del genere. Non capisce che c’è una differenza tra un prodotto e un’opera d’arte”.
Nell’intervista in questione, inoltre, Ek descriveva come “una narrazione falsa” l’idea che Spotify non paghi abbastanza gli artisti. “Tutto sta nel lavorarci, nel creare una storai intorno all’album, nel mantenere un dialogo continuo coi fan. Credo che chi non fa buoni risultati con lo streaming sia chi vuole continuare a pubblicare musica come si faceva in passato”.