Le luci si spengono sui paesaggi da sogno della Valmalenco, dove il Dreamland per due giorni ha proiettato su una folla festante il meglio del panorama elettronico e urban internazionale costruendo un’esperienza capace di diventare in pochissimo tempo una realtà consolidata nel panorama live italiano.
Accompagnati dalla voce di MC Stretch, storica e iconica voce del Tomorrowland, il pubblico – sempre più una vera comunità – ha vissuto un’esperienza eclettica e unica nel suo genere. Il primo giorno ha visto come protagonisti gli attesissimi concerti di Rose Villain e Salmo, ma anche i set a contorno non sono stati da meno, con le performance di Marten Horger, Afrojack e Topic. Ma il secondo giorno, il 9 settembre, non è stato da meno, con l’incredibile presenza di Grimix, Miles, Renaissance, Marc Benjamin, Goodboys, Gabry Ponte, Morten e, in esclusiva italiana, Don Diablo. Un mix esplosivo che ha acceso il pubblico presente.
Dreamland non è stata solo ed esclusivamente una festa di musica straordinaria. Già, perché se tutto ha funzionato così bene costruendo giornate speciali è anche grazie alla bellezza della location. La Valmalenco. Una vera e propria attrice protagonista. Indiscusso punto di riferimento dell’evento. Un palcoscenico naturale che ha amplificato l’energia della musica. Un incantevole connubio di boschi, montagne e laghi. Una scelta, questa, non casuale: sin dal 2017, infatti, gli organizzatori del festival hanno compreso il potenziale della musica come strumento di promozione turistica, contribuendo a far conoscere questo angolo di paradiso a un pubblico sempre più vasto.
Ma non pensate a uno spettacolo che in qualche modo rovina il contesto circostante. È stata premura dell’organizzazione mettere in piedi un festival all’altezza delle aspettative e al tempo stesso attentissimo alla salvaguardia dell’ambiente. Tutte le aree del festival, compresi i palchi, le aree food e bar, gli stand di merchandising e le aree trucco, sono state completamente prive di plastica monouso, utilizzando invece materiali compostabili. Questo impegno ecologico riflette la consapevolezza degli organizzatori sull’importanza di preservare il paesaggio naturale che ospita l’evento.
Alessandro Negrini, uno degli ideatori del festival, ha condiviso la sua passione per la musica elettronica e la sua missione di portare questo genere musicale nella sua terra d’origine. Le 10.000 presenze di quest’anno sono state un grande successo che dà il giusto slancio per organizzare i prossimi appuntamenti. Appuntamenti che, ne siamo certi, supereranno le già grandi aspettative per l’anno prossimo.
L’unione tra la musica elettronica e quella urban rappresenta un compromesso perfetto per allargare la base di fan di un festival che ha ottenuto riconoscimenti non solo dal pubblico ma anche dagli artisti internazionali. Non vediamo l’ora di vedere cosa ci riserva la prossima edizione!