Tanto è stato l’amore di San Siro verso i Pearl Jam che pare incredibile che per loro sia stata la prima volta. Ma così è. Oggi, 20 giugno 2014, il gruppo di Seattle ha calcato da headliner il palco di uno stadio italiano e non lo aveva mai fatto prima. Erano in 60 mila ad acclamare la band di Eddie Vedder che è partita coraggiosamente (e ha proseguito sulla stessa linea) con due brani vecchi, Release e Nothing man, mentre il singolo Sirens, tratto dall’ultimo album, è arrivato solo per terzo, ed è stata una parentesi, perché poi si è ripartiti con Black, sempre di una ventina e passa di anni fa, da Ten, anno 1991. Palco semplice ed essenziale, solo luci sul fondo e schermi in bianco e nero, che regalano un tuffo nell’atmosfera anni ’90. Una grande festa dal forte sapore nostalgico, ovviamente, degli anni del grunge, delle camicie a quadrettoni, del pogo sfrenato.
Si tratta di un amore ricambiato in ogni caso. Eddie Vedder è salito sul palco molto prima dell’inizio del live, durante la partita dell’Italia, con in braccio la chitarra e con indosso la nostra maglia azzurra, intonando Porch. Ok, non ha portato una gran fortuna al match ma come non adorare ancora di più un artista del genere?
Ha anche provato a parlare in italiano con un “Ci siete tutti, siete pronti?”, seguito da un tentativo di lettura: “Ho fatto tanti brutti sogni e ho avuto delle visioni tali che ora ho paura di chiudere gli occhi, penso di aver letto troppi giornali ma ora vedo che Milano è un grande sogno, grazie a tutti”. E poi l’esibizione, dove Vedder non si risparmia in tre ore di concerto, senza pause.
E la vera dichiarazione. “Siamo venuti a Milano nel 2000 ma io ero sotto a un treno”, confessa, bottiglia di vino in mano. Si era appena lasciato con la moglie Beth Liebling, infatti. “Ma dopo poco ho conosciuto, sempre a Milano, la mia attuale moglie. Stasera è qui, insieme alle nostre due bambine ed è a loro che brindo. Grazie per questi quattordici anni insieme”.
Tanti i brani da Ten, No Code, Vitalogy, Vs. Tantissimi i cavalli di battaglia da Don’t go a Even Flow, da Do The Evolution a Corduroy, da Who You Are a Daughter e a Jeremy e lo stadio sembra venir giù. Ma anche rarità come Sad, outtake degli anni ’90 contenuto nel doppio album Lost Dogs del 2003 e anche Setting Forth dalla colonna sonora di Into The Wild. E poi di nuovo, Alive sul finire.
I Pearl Jam sono “still alive”, eccome. Gli unici sopravvissuti, alla grande e senza interruzioni, del periodo del grunge. A tutti coloro che li considerano passati o fuori moda, un brindisi di Eddie Vedder, che a dicembre compirà 50 anni, portati splendidamente.