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Il Siren Festival accende la nuova scena italiana

Per tre giorni la cittadina abruzzese diventa il palco per celebrare la nuova scena musicale d'Italia. Ma c'è spazio anche per artisti internazionali e indie turisti come Lee Ranaldo, Thurston Moore, Editors e Notwist
The Editors al Vasto Siren Festival 2016 - Foto Giulia Razzauti

The Editors al Vasto Siren Festival 2016 - Foto Giulia Razzauti

Sì, la risposta è il Siren Festival di Vasto. Per quelli che da mesi si domandano in che modo le kermesse musicali estive possano uscire dalla loro “era della riproducibilità tecnica” per tornare a essere il motore identitario di una o più “scene” (e non i mall dello streaming di massa). Per tre giorni la cittadina abruzzese diventa non solo il very pittoresco set per indie turisti come Lee Ranaldo, Thurston Moore (non più qui come Sonic Youth, bensì con i loro rispettivi progetti solisti), Editors e Notwist (avvistati a divorare arrosticini e cozze ripieni tra gli stand stellati della food area); ma soprattutto diventa – questa la vera grande novità dell’edizione 2016 – il palco per celebrare la nuova scena musicale italiana che per la prima volta dopo gli anni Novanta ha un pubblico desideroso di incontrarsi, annusarsi e farsi una foto di gruppo. Se ne parlava sabato nel Giardino d’Avalos durante la presentazione dell’importante libro Superonda di Valerio Mattioli, la storia di una manciata di formidabili anni della musica tra i Sessanta e Settanta: in quel periodo festival come Umbria Jazz e Re Nudo non erano solo vetrina della musica più nuova e interessante ma vere start up che davano il la alla nascita di “scene” e “movimenti”.

E così il Siren 2016 ha dato un grande spazio nel programma su tre palchi delle due sere principali – venerdì e sabato – alla “scena italiana”, ovvero alle band emerse a notorietà negli ultimi tempi. Uno spazio fortunato visto il successo di pubblico: quello di Piazza del Popolo che si sgolava al concerto karaoke di Calcutta (le sapevano tutte a memoria) e guardava la luna seguendo lo spleen pop de I Cani; quello dello stage Tuborg di Porta San Pietro che ha sudato birra ballando con le canzoni da club di Cosmo (forse il live migliore di tutto il festival, con tanto di invasione di palco) con l’irresistibile muzak di Pop X, o con il rock super groovy di Motta, uno dei rari casi in cui il concerto è davvero superiore al disco; senza dimenticare quelli della notte e “mai stanchi” che hanno saltato dal Cortile d’Avalos alla spiaggia del Siren al ritmo di Passarani e Clap! Clap!.

The Editors al Vasto Siren Festival 2016 – Foto Giulia Razzauti

 

Era davvero fico questo clima di divertita condivisione per la nuova canzone italiana post indie, definitivamente all’altezza dei colleghi stranieri: i beat di Cosmo non hanno nulla da invidiare a quelli dei Notwist, tanto per fare un esempio. E faceva sorridere vedere Josh T. Pearson (protagonista di un concerto emozionante nella chiesa di San Giuseppe) dondolare al ritmo di Non finirà de I cani, o gli A.R. Kane spiare dal backstage i labiali del pubblico durante il live di Calcutta. Insomma, sembrerebbe proprio che ci siamo divertiti tutti, si vede pure dal super selfie che ci siamo scattati con la nuova scena italiana, scena di cui – grazie al Siren Festival – il pubblico è stato il protagonista. Trasformarci da spettatori ad attori principali, questa deve essere la missione di tutti i festival per il futuro, mentre noi già aspettiamo il Siren 2017.

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