Continua il botta e risposta tra il CSA Baraonda e Marky Ramone: qualche giorno fa ha fatto il giro del web la notizia secondo la quale l’ex batterista dei Ramones si sarebbe rifiutato di suonare al centro sociale autogestito di Segrate perché sul palco c’era una bandiera palestinese: «Arriva il momento di Marky Ramone, improvvisamente la stoccata: con la bandiera palestinese sul palco si rifiuta di suonare. Una posizione ignava e indifferente a quanto sta accadendo a Gaza e tanto più assurda perché espressa proprio al momento di salire sul palco, non 1 minuto prima» hanno scritto i gestori del Baraonda.
E oggi, dopo una settimana, è arrivata la versione di Marky Ramone, tramite il suo management, che ci ha contattato via mail: «La data era organizzata da Paolo, lo storico presidente del fan club italiano dei Ramones, per festeggiare il suo 60esimo compleanno e per l’occasione ha chiamato Marky vista la profonda amicizia che lo lega a lui; questo vuol dire che Paolo ha pagato tutto di tasca sua: cachet dell’artista, hotel, cibo, ecc… e quindi il centro sociale non ha tirato fuori un euro per la data, quindi gli 8 euro d’ingresso sono stati imposti dal CSO perché, per politica del posto, non vogliono mettere biglietti superiori agli 8 euro. La bandiera non c’era durante e dopo il soundcheck e durante la festa di compleanno, ma è stata messa subito prima dell’inizio delle band spalla. Durante lo show degli Infiltrados è stato proiettato un messaggio proGaza (visto che la band non aveva il logo da proiettare), mentre quando è stato il momento di Liz and the Kids è stato proiettato il loro logo. Quando è stato il momento di Marky è apparsa la bandiera palestinese di lato alla batteria senza aver chiesto niente a nessuno; Marky chiede gentilmente di toglierla perché lui da sempre non suona con bandiere o simboli politici perché, parole sue “la musica deve unire, non dividere! Non ho mai voluto suonare con bandiere dietro di me, addirittura una volta ho fatto togliere una bandiera degli Stati Uniti perché poteva essere strumentalizzata. Io ero andato a suonare per festeggiare il compleanno del mio amico Paolo, nessun altro motivo”.
Il comunicato fatto per giustificare la non esibizione di Marky è pieno di inesattezze e, visti i toni usati dal palco, ha messo a rischio l’incolumità dell’artista e della sua strumentazione, dato che ha dipinto Marky come una persona di bassi principi, cosa che assolutamente non è».