Londinese da 10 anni, ma originario di Vasto, Alessio Natalizia si butta nell’elettronica dopo l’esperienza nei Disco Drive. Il suo cibo sono la acid techno e l’EBM, la sua casa è la Diagonal del suo amico Powell.
Cosa significa per te “The Italian New Wave?”
Secondo me è un progetto ancora totalmente da scoprire, anche nel significato. Chiaramente, sulla carta è un’iniziativa di Club To Club per promuovere artisti italiani nel mondo, però la sua definizione vera è ancora in fase di creazione, almeno per come la vedo io.
Cos’hai in comune con gli altri nomi?
A livello musicale non ci sono tantissimi punti di contatto tra di noi. Il che è una cosa positiva, ognuno fa la propria cosa e tutti funzionerebbero tranquillamente all’estero da soli.
Se dovessi formare un super gruppo con gli altri artisti di queste pagine, che ruolo avresti e come vi chiamereste?
Prenderei in prestito un nome di quei gruppi beat anni ’60 italiani. Ecco, tipo Le Onde! Non faremmo sicuramente beat, però di sicuro i Ninos li metterei a suonare la batteria, io mi occuperei dei synth, Dave non può che fare il frontman e Hazina (Petit Singe, ndr) sarebbe il vero genio del gruppo.
Chi vorresti produrre?
Se potessi scegliere un morto, direi Arthur Russell. Se invece vuoi uno ancora vivo, ti dico Dave Saved.
Andrai al Club To Club e quale sarà il set da non perdere?
Non so se riuscirò ad andare a questa edizione, anche se ho un sacco di amici che suonano. Gli Autechre non mi dispiacciono, ma come nome ti dico quello di Powell, anche perché è il mio migliore amico.
Qual è il tuo kit di sopravvivenza da festival?
Qualsiasi cosa per cercare di rimanere svegli! Ti dico solo che, quando ci ho suonato l’anno scorso, ho perso il volo che avevo prenotato il giorno successivo.