Rolling Stone Italia

J-Ax ha avuto il Covid ed è arrabbiato

«È stato il periodo più brutto della mia vita. Sale la rabbia pensando all’incapacità di gestire un’emergenza pubblica. È un catastrofico fallimento di chi ci amministra in Italia e in Europa»

J-Ax ha avuto il Covid ed è incazzato. Lo spiega in un video diffuso sui social: ha vissuto l’esperienza da privilegiato e lui, la moglie e il figlio ne sono usciti, ma «sale la rabbia pensando all’incapacità di gestire un’emergenza pubblica». La lentezza con cui si sta vaccinando la popolazione «è un totale fallimento politico».

«Avete visto che nell’ultimo mese ho condiviso molti momenti della mia vita? Questo perché mi stava passando la vita davanti». Inizia con queste parole il messaggio di J-Ax, che nella prima parte racconta la sua esperienza col Covid. «Non ne ho voluto parlare prima per rispetto. Io sono un privilegiato e la mia voce poteva soffocare quella degli italiani realmente in difficoltà».

«È stato uno dei periodi più brutti della mia vita, il più brutto. Ho avuto momenti in cui sono stato male, ma mai come il Covid. Se non l’hai avuto sulla tua pelle è impossibile da spiegare. È il peggior mal di testa della tua vita. Ho dovuto prendere quattro diversi farmaci per calmarlo e non funzionavano. Ed ero comunque steso a letto impossibilitato a muovermi. Lo stomaco ti si piega in due. Le ossa non finiscono di farti male. Questo e altro che evito di raccontarvi, tutto nello stesso momento».

Ma soprattutto J-Ax ha sofferto «l’ansia di non sapere che cosa accadrà. Se sarà solo questo o peggiorerà. È la paura. Come è successo a me e a mia moglie di poter lasciare nostro figlio orfano. È successo a persone molto più giovani di noi. È la rabbia di sentirti abbandonato, dallo Stato soprattutto».

«Uno dei miei pensieri fissi duranti i giorni chiuso in casa è stato: come può uscirne una famiglia con tre figli che vive in un bilocale? Io non sapevo che cosa rispondere quando mio figlio mi chiedeva perché non poteva vedere la nonna, andare a scuola o i suoi amici. Ho visto la sua salute mentale deteriorarsi velocemente. E io ho dovuto trattenermi dal piangere perché non volevo che vedesse che per la prima volta papà non poteva aiutarlo».

J-Ax continua spiegando che nessuna parla «dell’effetto psicologico che questo virus ha su di noi, soprattutto sui più piccoli. E allora sale la rabbia pensando all’incapacità di gestire un’emergenza pubblica. Ok, nessuno poteva prepararsi a qualcosa di simile, ma è passato un anno, non si tratta più di un colossale imprevisto, ma di gestire il concreto presente. È una questione di trattare, negoziare, organizzare, comunicare, è una questione quindi esclusivamente politica ed è quindi un totale fallimento politico il fatto che gli italiani non siano ancora stati vaccinati in massa. E non sappiamo nemmeno quando avverrà con certezza».

«Negli anni ci siamo indebitati per gigantesche opere inutili, alcune delle quali mai partite o completate. Quando si è trattato dei vaccini la politica si è messa a trattare, come al mercato del pesce. Perché? Perché non ci potevate mangiare? E a noi il mercato del pesce ci ha rifilato quello che puzza. A oggi tre milioni e mezzo di italiani hanno ricevuto le due dosi di vaccino, negli Stati Uniti vaccinano tre milioni di persone ogni giorno. Quindi i vaccini esistono. Semplicemente c’è stato un catastrofico fallimento di chi ci amministra in Italia e in Europa nel farceli avere. E questi fallimenti gli italiani li pagano con la morte, quella dei loro cari e quella del loro futuro. I morti della prima ondata li ha fatti il Covid, ma questi? Cosa vi dice la vostra coscienza? Di chi è la colpa? Non c’è più tempo per sbagliare, solo agire».

Iscriviti