Jack White ha promesso di far causa a Donald Trump dopo aver visto un video postato da Margo Martin, vicedirettrice delle relazioni pubbliche del candidato repubblicano, in cui l’ex presidente sale la scaletta di un aereo sulle note di Seven Nation Army dei White Stripes.
«Oh… non pensateci nemmeno di usare la mia musica, fascisti», scrive White. «C’è in arrivo una causa dai miei avvocati per questo (da aggiungere alle altre 5000). Buona giornata e buon lavoro, Margo Martin».
«E già che ci sono», continua White facendo riferimento al comportamento dell’ex presidente durante la visita al cimitero di guerra di Arlington, trasformata in una photo opportunity, «un doppio vaffanculo a DonOLD per aver insultato i veterani della nostra nazione ad Arlington, canaglia. Dovresti perdere immediatamente il voto di tutte le famiglie dei militari».
Forse temendo una causa, Martin ha cancellato il video che è però visibile nella pagina Instagram di White.
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Jack White è solo l’ultimo di una lunga serie di musicisti che hanno diffidato Donald Trump dall’usare la loro musica. Ieri lo hanno fatto gli ABBA dopo che il candidato aveva usato la loro musica (Dancing Queen, Money Money Money, The Winner Takes It All) e persino dei loro video in un comizio in Minnesota, senza che gli fosse stata concessa alcuna autorizzazione.
Prima di loro, contando anche le precedenti campagne elettorali, si sono lamentati dell’uso non autorizzato della loro musica da parte di Trump anche Beyoncé, Céline Dion, i Foo Fighters, i Rolling Stones, Neil Young, Rihanna, i R.E.M., Steven Tyler degli Aerosmith, John Fogerty dei Creedence Clearwater Revival, i Linkin Park, Phil Collins, i Village People, Johnny Marr, Neal Schon dei Journey, gli eredi di Sinéad O’Connor, di Tom Petty e di Isaac Hayes e altri.