«Non ho mai impiegato così tanto tempo per fare un disco», ha detto John Mayer nella sua stanza ai Capitol Studios, luogo dove ha speso centinaia di ore a lavorare al suo nuovo LP, The Search For Everything. Il settimo disco del cantautore vincitore di un Grammy verrà pubblicato a ondate: il primo gruppo di canzoni sarà disponibile Venerdì.
Mayer ha raccontato a Rolling Stone che ha capito subito che il suo prossimo disco sarebbe stato più ambizioso. «Il mio punto di partenza è stato: ‘Voglio lasciare questo pianeta da scrittore’», ha spiegato. «Non mi interessava ripetere nulla di già fatto, volevo alimentare il fuoco dell’astrazione e darmi da fare subito». Il cantante, dopo aver passato gli ultimi due anni in tour con i membri dei Grateful Dead, utilizzando il nome Dead & Company, ha detto che voleva che The Search For Everything avesse una produzione gigantesca, qualcosa che facesse pensare ai classici degli anni ’70 come Rumours dei Fleetwood Mac.
Quando Rolling Stone gli ha fatto visita, il cantautore stava ancora finendo di lavorare al secondo gruppo di brani, ottimista e felice di aver scelto un approccio non convenzionale al disco, ispirato dalla pubblicazione degli ultimi lavori di Drake e Rihanna, entrambi protagonisti di esperimenti distributivi insoliti.
«La prova d’ammissione consiste in quattro canzoni», ha detto. «Se non ti piacciono queste non ascoltare le altre quattro. Se invece riesci a sviluppare una sorta di fiducia verso quello che sto facendo, allora prendi le prossime quattro e fatti accompagnare per tutte le prossime ondate». Mayer ci ha raccontato la genesi dei primi brani.
Love On The Weekend
Mayer ha detto che l’idea per il testo del primo singolo – un brano pop-rock molto solare, sulla falsariga dei suoi primi successi – gli è apparsa in testa il giorno in cui è arrivato nell’iconico edificio della Capitol Records, a Vine Street, sotto la collina dove troneggia la scritta HOLLYWOOD. «So che è solo una cazzo di collina», ci dice di aver pensato. «Ma tutti hanno scelto di unirsi attorno a questo posto. Qui c’è la magia. Stare qui mi ha fatto pensare a come, in California, ci troviamo a passare da una collina all’altra. Una delle ragioni per cui amo Los Angeles è che è il miglior panorama possibile per una storia d’amore. Questa città è un rifugio per amanti, e una delle mie frustrazioni da single è proprio quella di non riuscire ad andare al Post Ranch Inn o a San Ysidro Ranch, a Santa Barbara».
La melodia che avrebbe accompagnato il testo, invece, è arrivata più avanti, tanto che il brano all’inizio era completamente diverso pur avendo lo stesso titolo. Lo scorso Settembre, il giorno in cui ha suonato agli Emmy 2016, Mayer è arrivato in studio «leggermente sbronzo» per registrare le parti di chitarra di una canzone diversa. «Il suono di chitarra aveva un riverbero molto slavato. Ho iniziato a suonare un giro e ho subito detto al fonico: ‘Ehi, premi REC’», ha raccontato il cantante, che ha lavorato alle demo da solo con il suo fidato ingegnere del suono, Chad Frascoviak. «Mi sono reso conto che quella era la canzone che non avevo ancora scritto per il disco, qualcosa che parlasse del senso di scoperta – scoprire qualcuno, l’inizio di una storia. Tutte le altre canzoni parlano di solitudine, e non puoi lamentarti tutto il tempo».
«Scrivere “Love On The Weekend” mi ha ricordato i momenti in cui ho scritto tutti i miei pezzi migliori, quando torni a casa e passi la notte insonne perché sai di essere vicino a qualcosa, non riesci a smettere anche se sei consapevole che faresti meglio ad aspettare il giorno successivo», ha aggiunto.
Moving On and Getting Over
Un pezzo R&B dalle tinte nebbiose, “Moving On and Getting Over” è una delle prime canzoni che Mayer ha scritto per The Search For Everything attorno alla primavera del 2014. Il cantautore racconta che in questo pezzo è riuscito a resistere alla tentazione di inserire un assolo di chitarra. «Qui sono riuscito a liberarmi dell’idea ‘mettici un solo! Fagli vedere come sai suonare’. In tutta questa canzone si confrontano due linee di chitarra, in maniera tale da dividere l’attenzione dell’ascoltatore in due, da creare una vibrazione. Sono riuscito a entrare nel mondo degli ensemble di chitarra grazie al tempo passato a studiare le canzoni dei Grateful Dead».
Il pezzo, inoltre, presenta un ritornello insolito dove Mayer canta “I still can’t seem to get you off my mind” punteggiando ogni parola con delle pause. «Volevo attirare l’attenzione attraverso la ripetizione, sembra quasi che il cd skippi. Questo è un ritornello un po’ romanzesco».
Il groove, secondo Mayer, è il risultato di «alcuni errori fatti utilizzando un piccolo groovebox che abbiamo trovato. Abbiamo caricato le tracce al contrario e questo ha generato una sorta di upbeat, un ritmo costantemente rinfrescante». Anche se, come molte delle canzoni del disco, Moving On parla di una relazione finita male, Mayer sostiene che quando ha finito di scrivere e registrare il brano si è sentito molto sollevato. «Nel finale c’è un’improvvisazione. Un anno fa non avrei mai utilizzato un finale del genere. Questa scelta mostra come, due anni dopo, sono riuscito ad andare avanti. Per questo la canzone ha un happy ending».
Changing
Alcuni mesi dopo l’inizio dei lavori ai Capitol Studios, a Dicembre 2014, la linea melodica di “Changing” è arrivata a Mayer come un flash. «Ero seduto proprio in quella stanza», ha detto indicando un piccolo ambiente vicino allo studio principale, «Stavo cercando di trovare il giro giusto. Poi, di punto in bianco, ho iniziato a cantare “I am not done changing, out on the run changing, I may be old and I may be young, but I am not done changing”. Sono solo 30 secondi, quindi ho pensato: ‘Porca troia, come faccio a far diventare questa roba una canzone?’ era tutto così perfetto in se stesso, circolare. Suona semplice ma ci ho messo un’infinità di tempo a scriverla». Mayer ha definito il brano come “il centro spirituale del disco”.
You’re Gonna Live Forever In Me
«Questa è l’unica canzone che mi fa venire l’ansia quando la ascolto», ha detto il cantautore. «È così positiva, rivelatoria». Questa è una piano-ballad in stile Randy Newman, e il brano si è quasi scritto da solo. «Ho composto tutto in una notte», ricorda Mayer. «Durante la nostra prima settimana qui avevamo un assistente con noi, ho lavorato un po’ ma non ho riuscivo a ottenere granché. Quindi ho detto: ‘Dobbiamo cacciare tutti, qui ci dobbiamo essere solo io e Chad’. Io riesco a scrivere davvero solo di fronte a lui».
Mayer passava le prime ore di quelle giornate a casa a scrivere i testi, sfogando le sue idee su una vecchia macchina da scrivere Olympia per poi portare tutto con sé in studio. «Abbassavamo le luci della sala», ha detto, «e passavo ore al piano cercando di studiare le possibili direzioni di questa canzone. L’ho cantata quella stessa notte, ed è rimasta così: quella che ascolti è la prima e ultima take che ho inciso. Non credo che riuscirei a cantarla di nuovo in quel modo. Sarebbe come la seconda battaglia di neve nel Giorno della marmotta. Questa è la prima volta che canto qualcosa in maniera totalmente emotiva, non ho intellettualizzato la parte vocale. Tutte le volte che la ascolto mi sento come se tornassi in quella stanza, come se camminassi attorno a me stesso. Ho pensato: ‘Ecco come mi vede chi mi guarda da qui’».