Jon Davison, frontman degli Yes dal 2012, ha risposto alle accuse di plagio rivolte alla band la settimana scorsa per Dare to Know, brano del 2021 contenuto nell’album The Quest, la cui paternità è al momento attribuita al chitarrista Steve Howe. A metterle sul tavolo è stato un altro musicista, Riz Story (al secolo Rudolph Zahler), il quale ha affermato che la canzone degli Yes sarebbe in parte plagiata dalla sua Reunion.
Le parole di Davison arrivano dal sito ufficiale della band, dove ieri è comparso questo messaggio: «Sebbene la mia reazione istintiva sia quella di non dire nulla di fronte a queste palesi menzogne e a questa causa infondata, sento di dover rispondere alle calunnie personali incluse in essa, poiché sono profondamente ferito».
Zahler ha infatti chiamato in causa Davison, che non è co-autore di Dare to Know, dicendo che i due si sono conosciuti nel 1990 tramite Taylor Hawkins dei Foo Fighters e che hanno lavorato assieme saltuariamente per decenni, oltre a suonare con Hawkins in un gruppo chiamato Anyone.
«Quando ci è stata comunicata questa accusa, non riuscivo a crederci. Come poteva un amico inventarsi una cosa del genere? Così ho scritto a Riz e al suo avvocato in buona fede, cercando di dimostrare che non avevano alcun fondamento per la loro accusa – e che avevo prove a sostegno di una storia molto diversa. […] Ho anche incluso alcune osservazioni che abbiamo fatto sul rapporto del loro musicologo – un rapporto seriamente viziato che utilizza metodi ingannevoli per forzare una somiglianza che in realtà non esiste».
La dichiarazione continua: «Per la cronaca, non ho scritto Dare to Know. […] Non ho mai nemmeno sentito la “composizione musicale” presumibilmente chiamata Reunion, né visto il film indipendente A Winter Rose (in cui il brano è contenuto, ndr). Riz mi ha inviato un trailer di due minuti di A Winter Rose e, per cortesia, l’ho congratulato, ma non avevo alcun interesse a vedere il film. […] È inoltre una totale invenzione affermare che io abbia discusso della musica del film con Riz».
«Come molti ormai sapranno, questa melodia generica è comune e prevedibile, con origini nella musica tradizionale che risalgono persino all’epoca rinascimentale. Sono stati fatti numerosi esempi: è quasi identica al riff di chitarra iniziale di Black Magic Woman di Santana o a melodie discendenti tradizionali come Caro Mio Ben di Tommaso Giordani del 1782. L’elenco è infinito. In poche parole, si tratta di una sequenza basilare che si può trovare in centinaia di composizioni».
E infine: «Per quanto riguarda l’accusa di “plagio”, qualsiasi insinuazione in tal senso è una calunnia, e difenderò il mio nome sia contro questa accusa che contro qualsiasi sua ripubblicazione. Provo grande orgoglio nella sfida della composizione musicale. La parte gratificante, per me, è dimostrare a me stesso di esserne capace. Per questo motivo, non potrei mai convivere con me stesso né trarre alcuna soddisfazione dal processo se dovessi barare per riuscirci».