Dopo le accuse, le scuse. Josh Kiszka dei Greta Van Fleet ha spiegato che si è preso del tempo per rifletterci e alla fine ha fatto ammenda su Instagram, dicendosi colpevole di appropriazione culturale. No, non c’entra il fatto che i Greta Van Fleet si siano appropriati della musica dei Led Zeppelin.
Negli ultimi anni Kiszka è a volte sul palco con costumi di scena che richiamano la cultura dei nativi americani. Dopo le critiche che gli sono piovute addosso, anche tramite la creazione dell’hashtag #SpeakUpGVF, il cantante ha chiesto scusa ai suoi «indigenous fans».
«Mi sono preso del tempo per ascoltare e riflettere», scrive il cantante. «Apprezzo enormemente la cultura indigena. Riconosco i danni che l’ignoranza può produrre sulle comunità emarginate ed è una cosa mai vorrei perpetuare. In questa comunità odio, mancanza di rispetto e pregiudizi d’ogni tipo non sono i benvenuti. Crescendo ho imparato. E questo processo di crescita non si è fermato, né si fermerà adesso».
E ancora: «La tribù Chippewa ha avuto un impatto profondo su di me, essendo stato esposto alle loro cerimonie e ai loro costumi mentre crescevo in Michigan. Ho fatto una donazione al First Nations Development Institute per aiutare a tenere in vita tradizioni di quel tipo. Se volete farlo anche voi, visitate firstnations.org. Pace, amore, unità e uguaglianza».
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