Quella di ieri è stata una giornata decisamente impegnativa per Kanye West: una lunghissima intervista di quasi due ore rilasciata al conduttore radiofonico Charlamagne the God, in cui il rapper è tornato a parlare sia della sua ammirazione incondizionata per il ‘suprematista’ Donald Trump, con cui a quanto pare cui è ormai grande amico, sia dell’eventualità di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti nel 2020 – che, al contrario, sarebbe ispirata dalla campagna di Bernie Sanders. Nel mezzo Yeezy ha parlato anche del suo esaurimento nervoso, tra la dipendenza di oppiacei e il ricovero in ospedale, così come del rapporto di amore-odio con il collega Jay-Z senza dimenticare la richiesta ufficiale di scuse a all’ex presidente Barack Obama, colpevole di averlo chiamato “stronzo” nel 2009 dopo la scenata di Kanye agli Mtv Video Music Awards diretta all’ex amica Taylor Swift.
Tuttavia, se i deliri di onnipotenza sfoggiati da Kanye sono ormai una consuetudine, ben diversa è stata l’intervista realizzata dal vivo con la testata TMZ, in cui il rapper si è lanciato in commenti grotteschi sulla schiavitù che hanno scatenato le ire del pubblico americano. «Si sente parlare della schiavitù durata 400 anni; ma se è durata così a lungo parlerei più di una scelta», ha detto West, scatenando una bufera di critiche. «Sei stato schiavo per 400 anni, la responsabilità è tua. È come essere mentalmente in prigione. Mi piace la parola “prigione” perché la schiavitù sta agli afroamericani come l’Olocausto sta agli ebrei».
Immediata la risposta di uno degli impiegati della testata, Van Lathan, che rivolgendosi al rapper ha affermato: «Credo che lei non stia pensando a nulla. Mentre lei è impegnato a fare musica, a trascorrere una vita da artista conquistata grazie al suo talento geniale, il resto della società deve affrontare ogni giorno queste minacce. Dobbiamo continuare a occuparci dell’emarginazione dovuta ai 400 anni di schiavitù che lei invece sostiene sia stata una nostra scelta».
Man @VanLathan thank you for saying what you said to Kanye. pic.twitter.com/IxYvA7FYVJ
— Matthew A. Cherry (@MatthewACherry) 1 maggio 2018
Immediata la reazione sui social. L’attivista Deray ha scritto: «La retorica di Kanye continua ad alimentare il razzismo della gente di destra convinta che gli afro-americani siano responsabili per la loro oppressione». Ancora più duro il commentatore CNN Marc Lamont Hill: «Non c’è mai stato un momento nella storia in cui gli afroamericani non hanno resistito alla schiavitù. Alcuni si sono gettati dalle navi, altri hanno ucciso i padroni, altri l’hanno fatto attraverso forme quotidiane di resistenza, la nostra resistenza ha portato alla nostra libertà». «Kanye è la pericolosa caricatura dell’afroamericano libero pensatore francamente sono disgustata. Non posso credere di dover ribadire che la schiavitù è quanto di più lontano ci sia dalla libera scelta», ha aggiunto Symone Sander, una delle giornaliste afroamericane più celebri negli Stati Uniti.
Kanye’s rhetoric continues to fuel the racist right-wing folks who believe that black people are responsible for their oppression.
— deray (@deray) 1 maggio 2018
There has NEVER been a moment in history when Black people didn't resist slavery. Some did it by jumping off ships. Some killed masters. Some ran away. Some did it through everyday forms of resistance. Slave masters didn't retire. Our resistance led to our freedom.
— Marc Lamont Hill (@marclamonthill) 2 maggio 2018
Kanye is a dangerous caricature of an “free thinking” black person in America. Frankly, I am disgusted and I’m over it. Also (I can’t believe I have to say this): Slavery was far from a choice.
— Symone D. Sanders (@SymoneDSanders) 1 maggio 2018
Qualche ora dopo, come al solito via Twitter, sono arrivate le ‘scuse’ di Kanye che ha voluto chiarire quanto detto durante l’intervista. «Sono stato attaccato un’altra volta per aver presentato nuove idee», ha scritto inizialmente per poi tornare sulle frasi riguardanti la schiavitù come scelta. «So benissimo che gli schiavi non sono stati incatenati e messi sulle navi di loro volontà», «Il significato delle mie parole è che siamo rimasti schiavi anche se i numeri erano dalla nostra parte e questo vuol dire che eravamo mentalmente in schiavitù», «Il motivo per cui ho detto quella frase sui 400 anni è perché non possiamo rimanere mentalmente imprigionati per altri 400 anni. Abbiamo bisogno di libero pensiero, ora. Anche la mia frase è un esempio di libero pensiero….era solo un’idea».
once again I am being attacked for presenting new ideas
— KANYE WEST (@kanyewest) 1 maggio 2018
to make myself clear. Of course I know that slaves did not get shackled and put on a boat by free will
— KANYE WEST (@kanyewest) 1 maggio 2018
My point is for us to have stayed in that position even though the numbers were on our side means that we were mentally enslaved
— KANYE WEST (@kanyewest) 1 maggio 2018
the reason why I brought up the 400 years point is because we can't be mentally imprisoned for another 400 years. We need free thought now. Even the statement was an example of free thought It was just an idea
— KANYE WEST (@kanyewest) 1 maggio 2018
Tuttavia, se le dichiarazioni di Kanye – così come l’annessa spiegazione – sembrano perfette per uno dei personaggi de Lo schiavista di Paul Beatty, il rapper non si è fermato qui, tornando a parlare ancora una volta del suo grande amico Donald Trump. West, infatti, ha ribadito il suo orgoglio per aver indossato il celebre cappellino rosso Make America Great Again. «Semplicemente amo Trump. È il mio uomo …e lo stesso vale per tantissimi altri rapper. Ad esempio Snoop Dogg amava Donald Trump prima che diventasse presidente, ma ora non lo ama più. Trump è una delle persone preferite dai rapper. Io, invece, mi sento libero di fare qualcosa che tutti mi dicono di non fare».