Com’era facile prevedere lo scorso venerdì Vultures 2, il secondo episodio della collaborazione tra Kanye West e Ty Dolla Sign, non è uscito. Che Kanye manchi le deadline che lui stesso si pone è oramai consuetudine, ma questa volta pare che il rapper stia ancora ragionando su dove fare uscite questo disco.
Yenatafics, profilo Instagram spagnolo dedicato a tutte le novità su Ye, ha infatti condiviso una serie di screenshot di una conversazione privata avuta con Kanye nella quale si è discusso il modo migliore di pubblicare Vultures 2. Ye infatti (come vi abbiamo raccontato qui) è stato particolarmente colpito dalle parole di James Blake che se l’era presa contro i servizi di streaming che «non pagano il giusto».
«Come ha detto James Blake, lo streaming svaluto la nostra musica. Vendere i prossimi album sul sito di Yeezy. Ho 20 milioni di follower, se il 5% di loro compra il mio album, parliamo di un milione di copie, ovvero 300 mila in più rispetto all’album più venduto lo scorso anno. Abbiamo venduto un milione di pezzi su Yeezy dopo il Super Bowl, so che è possibile». E aggiunge: «Se ci riusciamo non avremmo più le aziende di streaming a controllare gli artisti».
Yefanatics ha poi condiviso con Kanye un sondaggio fatto sul proprio profilo X che chiedeva «Vultures 2 e 3 sul sito di Yeezy?». Il risultato, dopo 15 mila voti, era 14% per il sì, 86% per il no. Alla frase «sarebbe bello se l’album fosse in streaming per tutti quei fan che non hanno la possibilità di pagare l’album. E molti altro lo pirateranno», Kanye ha così risposto: «Sarebbe bello per la nostra comunità se supportassero questi album. Lo streaming è praticamente pirateria». Sullo streaming, infine, una piccola apertura: «Stiamo pensando di non mettere in streaming gli album per un mese e venderli prima. I film vanno prima al cinema, e poi in streaming».
Kanye ha poi raggiunto nei DM di Instagram anche un altro profilo, quello del magazine italiano L!T, per portare avanti la sua crociata: «Mi avete scritto perché volevate Vultures ma le compagnie di streaming hanno fatto sì che voi non ci date più il giusto valore come artisti. Ho una piattaforma dove potete pagare il disco 20 dollari». E in chiusura: «Stiamo anche pensando di aprire un nostro servizio di abbonamento. Ma tutto questo non è per i soldi, ma cambiare l’industria. Siamo in una posizione per farlo se la nostra comunità sarà dalla nostra».