In un’intervista Vanity Fair USA, Kendrick Lamar ha commentato le controverse uscite di Kanye West sulla schiavitù e sul Presidente Trump, il suo Premio Pulitzer e l’utilizzo della “n-word” (cioè “nigger”) da parte di una ragazza bianca durante uno dei suoi concerti.
Lamar è stato abbastanza neutrale nei suoi commenti su West, con il quale si dice abbia inciso 40 canzoni. “Ha la sua prospettiva, ed è tutta su questo concetto di ‘agree to disagree‘ con chiunque”, dice Lamar. “Vorrei parlarne con lui di persona”.
Riguardo al Pulitzer vinto con Damn., dice di essere onorato di venire “riconosciuto in un ambiente accademico” e pensa che il premio sarebbe dovuto andare “da molto tempo” a un artista hip hop.
“Ci abbiamo messo molto tempo ad essere accettati dalle persone – quelle fuori dalla nostra comunità e dalla nostra cultura – per far capire che non facciamo solo rime, ma mostriamo il dolore, la sofferenza, sono storie vere della nostra vita”, continua. “E ora, che abbiamo raggiunto lo status di arte, questo non è solo un gran risultato per me, ma si riflette sull’hip hop in generale. Scrittori come Tupac, Jay-Z, Rakim, Eminem, Q-Tip, Big Daddy Kane, Snoop… Mi fa capire che le persone ascoltano quello che dice questa gente più di quanto potessi pensare”.
“Quando guardo a me stesso su quel podio, mi vengono in mente le migliaia di foto che mi faceva mia madre quando mi mettevo il vestito per andare a scuola”, aggiunge. “Giacca e cravatta, dai negozi dell’usato”.
Lamar parla anche del famigerato momento di quanto una sua fan bianca ha detto la “n-word” su un palco durante un suo concerto a maggio in Alabama (il rapper le ha detto “Devi censurare una parola”).
“Te la spiego in breve”, dice Lamar sull’incidente. “Sono al mondo da 30 anni e ci sono state così tante cose che una persona bianca mi ha detto che non avrei potuto fare. Avere un finanziamento. Comprare casa in città. Un sacco di cose. Quindi se io dico che questa parola, questo termine è mio. Una parola, fatemi avere una parola”.