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Ketama126 torna sulla fuga dall’Italia: «Parlo a nome di chi lavora nel mondo dello spettacolo»

A pochi giorni dallo sfogo in cui diceva che senza concerti avrebbe lasciato il Paese, il rapper ha chiarito la sua posizione: «Il vaccino non basterà a riparare le vite che stiamo distruggendo»

Keta

Lo scorso lunedì Ketama126 ha pubblicato sulle storie del suo profilo Instagram uno sfogo in cui diceva che senza concerti sarebbe stato costretto a cambiare mestiere e lasciare l’Italia. «Se entro un anno non finisce questa situazione e non si possono ricominciare a fare i live, non seduti e non in streaming, quelli che facevo prima, allora sarò costretto a cambiare mestiere, a cambiare nazione, perché questa nazione mi ha solo rubato i soldi, tolto il lavoro e distrutto i miei sogni».

Poche ore fa il rapper ha chiarito la sua posizione con un’altra serie di storie su Instagram. «Grazie per avermi dato voce, ma vorrei precisare una cosa perché non sono stato abbastanza preciso», spiega. «Quando dico che se entro un anno non ricomincio a lavorare sarò costretto a non pagare più le tasse o a cambiare paese, credo di parlare a nome non solo mio, ma di tutti coloro che lavorano non solo nello spettacolo, ma anche nella ristorazione, nel turismo o qualsiasi attività che per via delle restrizioni dovute alla pandemia sono costrette a chiudere».

«Non è una minaccia», continua Ketama, «ma semplicemente ciò che accadrà. Senza lavoro non si pagano le tasse e si è costretti a fare reati o emigrare in un altro paese. Questo è il prezzo che stiamo pagando, le vite che stiamo distruggendo, e non basterà un vaccino a ripararle».

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