Sta per arrivare il Natale dell’indie, festività in cui si celebra la nascita di un sentire musicale collettivo che, da alternativa al pop, è diventato col tempo – e il successo, e i soldi – il pop “in quanto tale” (eppur sempre alternativo). Stiamo naturalmente parlando del Primavera Sound Festival di Barcellona che dal 31 maggio al 4 giugno sarà l’evento che intaserà le timeline dei vostri social, in qualunque filter bubble vi troviate, avendo almeno una volta nella vostra vita visitato la classifica Viral di Spotify o fatto un giro su un sito su un sito musicale tipo quello di Rolling Stone, su cui potrete gustarvi i concerti in streaming.
Tuttavia, più che stare davanti al computer, la cosa migliore – e spero abbiate provveduto – è avere in mano un biglietto aereo e un abbonamento all’evento. Quello che l’anno scorso sono stati Radiohead, PJ Harvey e LCD Soundsystem – ovvero l’evento nell’evento, i nomi che hanno fatto notizia appena annunciati a fine novembre – nel 2017 erano Arcade Fire, Frank Ocean e Bon Iver.
I primi porteranno a Barcellona i pezzi di un nuovo attesissimo album che dovrebbe uscire proprio in questi giorni; Ocean, prima dell’annullamento della data, era sicuramente l’artista con più hype intorno di tutta la line up: purtroppo, solo negli ultimi giorni prima dell’inizio della rassegna, l’artista di Blonde ha comunicato che non ci sarà, un vero peccato – al suo posto Jamie xx, che al Primavera suonerà anche con la band.
Bon Iver, visto che di Natale indie parlavamo, è un po’ il Messia degli hipster. Ricordo solo quando a Berlino, in occasione del lancio del suo 22, A Million, ci siamo ri- trovati in un cortile in poco meno di un migliaio per ascoltare i brani in anteprima da uno stereo a cassette grande come un tablet. Se non vi bastassero questi nomi, noi di Rolling vi vogliamo dare altre 7 ragioni (e 7 concerti) più che valide – tra giovani promesse, venerabili maestri e chicche per intenditori – per non perdere questa edizione del Primavera Sound.
Solange
Ormai più che la sorella cool di Beyoncé, Solange è una vera regina del R&B. La nostra speranza – più o meno realizzata da quando gli orari dei concerti sono stati resi noti – era che la faccessero suonare al tramonto, così da riuscire a rendere languido anche il più orso dei nerd da festival.
Cigarettes After Sex
Sono il gruppo di Brooklyn con uno dei nomi più fichi della Storia. Il problema è che suonano di martedì, quindi a potersi godere il dream pop più elegante dai tempi di Bloom dei Beach House sono stati, oltre ai catalani, pochi fortunati, anzi fortunatissimi.
The Magnetic Fields
Ovvero il concerto giusto per capire che la musica alla fine, oltre le mode, è “quella roba lì”, artigianato di lusso.
Seu Jorge
Un tributo a David Bowie, suonando le cover bossanova che fecero da colonna sonora al fim manifesto della fichetteria contemporanea, The Life Aquatic di Wes Anderson. Mi raccomando, badate al vostro outfit: al concerto del brasiliano saranno presenti orde di fashion blogger giudicanti.
Iosonouncane
Ovvero un po’ di sano italian pride, senza però dimenticare che – già testato dalla nostra redazione – il suo live è uno dei migliori della nuova scena italiana e non ha nulla da invidiare a molti più noti “colleghi” stranieri.
Il tributo ai 90’s
Sei concerti di questa edizione ricorderanno a chi li ha vissuti quanto gli anni ’90 (il Primavera 2017 sembra rendergli un non dichiarato tributo) siano stati musicalmente innovativi e speciali e che faranno pensare ai millennials quanto quello che ascoltano oggi sia influenzato (copiato?) da quella decade. In ordine sparso: Teenage Fanclub, Grandaddy, Aphex Twin, Slayer, The Afghan Whigs, The Make-Up.
Dj Coco
Un nome che sta al Primavera Sound come il cappone sta al Natale. È tradizione del Festival il suo dj set a chiusura della serata di sabato. E da lunedì tutti a dieta, non solo di musica, ma di tutte quello che il Primavera offre (!).