La presenza della polizia in un festival musicale può causare overdosi provocate da attacchi di panico. Lo dice uno studio australiano effettuato dai ricercatori della St Vincent’s Clinical School della Università del New South Wales, che hanno intervistato parte del pubblico di sei festival organizzati nel Nuovo Galles del Sud tra novembre 2019 e marzo 2020.
Nello studio, pubblicato in Drug and Alcohol Review e ripreso dal Guardian, 1229 persone hanno compilato un sondaggio anonimo a proposito delle loro abitudini di consumo di stupefacenti, in particolare durante un festival. L’obiettivo era capire come la presenza della polizia e dei cani antidroga influisca sui loro comportamenti.
Il 30% circa dei partecipanti allo studio ha dichiarato di aver fatto uso di droghe durante un festival. Tra di essi, il 77% avrebbe preso l’MDMA (alcuni di loro, soprattutto gli uomini, con il “double dropping”, ovvero con due o più dosi insieme), mentre gli altri hanno consumato cannabis, cocaina, LSD e ketamina.
I ricercatori, inoltre, hanno scoperto che la presenza della polizia può aumentare i casi di consumo ad alto rischio. In particolare, con le forze dell’ordine sul posto si tende ad assumere tutto in anticipo, prima ancora di entrare nel sito del festival, e soprattutto a non chiedere l’aiuto di un medico.
«In Australia, ci sono sempre più prove di come la presenza della polizia e dei cani antidroga possa creare dei problemi», ha detto al Guardian il Dr. Jonathan Brett, uno degli autori dello studio. «Mi auguro che si cominci a parlarne: l’obiettivo non è eliminare i presidi di polizia ai festival, ma trovare un approccio diverso che non preveda solo ed esclusivamente la criminalizzazione di chi fa uso di droghe. Tutti vogliono più salute e sicurezza: il punto è come ottenerle».