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La storia dell’ultima volta in cui David Gilmour s’è fatto di cocaina

C’entrano la moglie Polly Samson, una sniffata in bagno, una coppa di champagne, lo scrittore Douglas Adams, un inseguimento e un poliziotto. «Troppo alcol, troppa coca, ma non tocco quella roba da 30 anni»

Foto: Anton Corbijn

Il singolo scelto per lanciare il nuovo album di David Gilmour Luck and Strange, che uscirà domani, si intitola The Piper’s Call. È un pezzo sul non vendere l’anima e resistere ai miti del successo e alle sue tentazioni.

Gilmour e la co-autrice (e moglie) Polly Samson ne hanno parlato con l’inglese Independent. «Parla delle tentazioni tipiche della vita che ho fatto», spiega lui. «Nessuno vive il rock’n’roll senza…». Il resto lo aggiunge Samson: «La cocaina». «Sì, beh», continua lui, «deragliando un po’ qua e là. È una cosa che preoccupava Polly. C’è stato un periodo in cui mi sono lasciato andare, bevevo troppo, tiravo troppa cocaina, quel genere di cosa. Ma ci ho dato un taglio quando io e lei abbiamo iniziato a frequentarci, praticamente in quell’esatto istante».

In buona sostanza, Samson lo ha salvato. «È proprio così, non tocco quella roba da oltre 30 anni», dice Gilmour. «Ci siamo salvati a vicenda», aggiunge lei.

«Stavo vivendo una fase difficile col mio gruppo pop, con le relazioni personali, quel genere di cose», spiega il chitarrista. «All’inizio degli anni ’80 ho vissuto un periodo molto tormentato. Neanche capivo di essere fuori controllo, ma probabilmente lo ero. Non dirò che sei stata un dono», dice rivolto a Samson, «ma nella mia vita è entrato qualcosa di reale, e lei non l’avrebbe sopportato (l’uso di droga, ndr). Avevo bisogno di una piccola spinta per mettermi tutto alle spalle».

Samson lo ha messo di fronte a un ultimatum, «Se lo rifai, me ne vado», e racconta l’ultima volta che Gilmour ha sniffato coca. Durante una cena di beneficenza in un grande hotel a Grosvenor Place il musicista sparisce all’improvviso per andare in bagno col suo (ora ex) manager. Quando torna Samson gli chiede: «Ti sei appena fatto di cocaina?». Era evidente. «Avevo una coppa di champagne in mano e gliel’ho tirata in faccia. Lui è riuscito a evitarla e per sbaglio ho preso Douglas Adams», lo scrittore autore della Guida galattica per gli autostoppisti.

Imbarazzata per quanto accaduto, Samson esce di corsa e Gilmour la rincorre. «Mi correva dietro dicendo: “Non lo farò mai più!”. E io: “È troppo tardi, hai rovinato tutto!”. A un certo punto la polizia vede quest’uomo che m’insegue e mi chiede se mi sta importunando. Rispondo di sì e allora lo fermano». Un agente però lo riconosce: «Ma tu sei David Gilmour». A quel punto, racconta Samson, «siamo scoppiati a ridere entrambi, ed è stato divertente. Tremendo e divertente allo stesso tempo».

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