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L’attrice di ‘Game of Thrones’ Esmé Bianco ha accusato Marilyn Manson di violenze

Gli abusi risalgono al 2011, quando l'attrice abitava col musicista. «Avevo perso ogni speranza. Controllava le persone con cui potevo parlare. Chiamavo la mia famiglia nascosta nell’armadio»

Foto: Evan Agostini/Invision/AP Images

Dopo Evan Rachel Wood e Corey Feldman, anche l’attrice di Game of Thrones Esmé Bianco ha accusato Marilyn Manson di aver abusato di lei psicologicamente e fisicamente. L’attrice ne ha parlato al magazine The Cut: le violenze sarebbero avvenute nei mesi in cui hanno vissuto insieme, nel 2011. Bianco parla di tagli e bruciature che le hanno lasciato diverse cicatrici. In particolare, ha raccontato di essere stata colpita al torace da un coltello: «Ricordo di essere rimasta immobile, di non aver combattuto», ha detto. «È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Avevo perso ogni speranza e sicurezza».

Bianco è cresciuta ascoltando la musica di Manson. L’ha incontrato per la prima volta nel 2009, era stata scelta per partecipare a uno dei suoi video e conosceva la moglie Dita Von Teese attraverso la scena burlesque. La relazione col musicista non inizierà prima di due anni, dopo il divorzio tra i due. Nel 2011 Bianco era tornata negli Stati Uniti per partecipare a Phantasmagoria, il film di Manson ispirato alle opere di Lewis Carrol, e il suo visto era direttamente collegato al progetto. Qualche mese dopo, mentre l’attrice cercava di allontanarsi da lui, viveva nella paura che Manson potesse reagire cancellandolo.

In questo periodo, mentre abitavano insieme (hanno convissuto per un mese), è andato in onda il primo episodio di Game of Thrones, in cui Bianco interpreta una prostituta. L’attrice dice che Manson faceva vedere la scena a tutti i suoi ospiti per umiliarla. «Inventavo scuse per lui», ha raccontato a The Cut. «Ero in modalità sopravvivenza, il mio cervello mi aveva insegnato a farmi piccola e accettare tutto».

Il racconto di Bianco non è molto diverso da quello delle altre accusatrici del musicista. Manson era dispotico, diceva alle donne che frequentava come voleva che si vestissero, quando dormire, cosa mangiare. «In sostanza ero una prigioniera», ha detto Bianco. «Apparivo e scomparivo a suo piacimento. Controllava anche le persone con cui potevo parlare. Chiamavo la mia famiglia nascosta nell’armadio».

Il “punto di rottura” è arrivato quando il musicista l’ha inseguita impugnando un’ascia. L’assistente di Manson dell’epoca ha confermato l’incidente a The Cut. In quell’occasione Bianco ha avuto un attacco di panico e poco dopo ha lasciato il musicista. L’ha fatto con una mail che ha inviato nell’estate del 2011. Nonostante siano passati quasi dieci anni, Bianco dice di soffrire ancora di stress post-traumatico. Nel 2019 ha incontrato Evan Rachel Wood e hanno iniziato a sostenere il Phoenix Act, la legge che allunga a cinque anni la prescrizione per i reati di violenza domestica. Come Wood, Bianco ha raccontato al senato della California degli abusi subiti, ma non ha fatto il nome di Manson. La legge è stata approvata nel 2010.

«Il nome del mio abusatore è Brian Warner, conosciuto nel mondo come Marilyn Manson», ha scritto Evan Rachel Wood su Instagram qualche giorno fa, il primo di molti racconti di abusi e violenze. «Mi ha adescato quando ero una teenager e ha abusato di me per anni. Mi aveva fatto il lavaggio del cervello, manipolato per sottomettermi. Sono stanca di vivere nella paura di una ritorsione o di un ricatto. Sono qui per smascherare quest’uomo così pericoloso e accusare le aziende che gli hanno permesso di rovinare delle vite. Sono vicina tutte le vittime, ora non staranno più in silenzio».

La scorsa settimana Manson ha risposto alle accuse, poi la sua etichetta Loma Vista ha deciso di interrompere ogni collaborazione. Lo stesso è successo con AMC Networks e con lo storico manager Tony Ciulla

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