Ecco le canzoni più importanti di questo anno. Qui sotto le potete vedere i loro video. Se invece le volete ascoltare con una playlist di Spotify cliccate qui.
1. “Drunk in Love” Beyoncé ft. JAY-Z
Fra tutti i risultati incassati da Beyoncé negli ultimi 12 mesi – la pubblicazione dell’album a “sorpresa”; l’incasso di milioni di euro con uno dei più grandi tour mondiali negli stadi; il suo “coming out” da orgogliosa femminista in diretta televisiva nazionale – questa è assolutamente il più incredibile e impeccabile: è riuscita a far sembrare il matrimonio sorprendentemente sexy. Questa fantasia future-pop è la cosa più sensuale sentita quest’anno in radio. Funziona tutto bene: dalla spinta dei bassi all’emozione nella sua voce quando canta di notti “hot” (“I get filthy when that liquor get into me”, mi sento sporca quando quel liquore entra dentro me), mattinate post sbornia e, uh, tavole da surf. Così bollente che neanche lo scherzo imbarazzante che ha fatto il suo famoso marito alle spese di Ike Turner è riuscito a fermare la festa.
2. “Turn Down for What” DJ Snake, Lil Jon
La party-song più “cazzuta” dell’anno è stata anche l’inno di protesta perfetto per una generazione stanca di tutto. DJ Snake ci ha messo una EDM (Electronic Dance Music) da scuotere le sinapsi (e della Southern trap Music); Lil Jon ci ha invece messo un grido infuocato, perfetto per urlare un “fuck you” glorioso e divertente mentre agitate un braccialetto fluorescente.
3. “Every Breaking Wave” U2
La parte più emozionale di “Songs of Innocence” è una desolata, brillante ballad che richiama With or without you per il suo potere di ricerca.
“Are we so helpless against the tide??” (Siamo così vulnerabili di fronte alla marea?) chiede Bono mentre osserva lo scorrere del tempo. La musica risponde con una speranza eroica e gentile, che gli dà la salvezza di cui ha bisogno.
4. “Move That Dope” Future feat. Pusha T, Pharrell, Casino
Una canzone rap sullo smercio di droga? Che novità! Va detto: questo Future in auto-tune è riuscito a fare un inno irresistibile parlando di gioiellazzi d’oro e cocaina. Questo beat ti carica al massimo, e Future ti dà una gioia tale che ti vien quasi voglia di diventare un suo cliente.
5. “Just One of the Guys” Jenny Lewis
La regina dell’indie pop di Los Angeles, campionessa di ironia e di doti vocali, ha sganciato una splendida bomba di sincerità (prodotta da Beck) sulla sua crisi di mezz’età. Tratta di tutto, dal fatto che non ha ancora figli fino al dover avere a che fare con le fidanzate degli amici che crescono ma che nella testa hanno ancora 24 anni. Se la prende con gli uomini. Scacco matto.
6. “Blank Space” Taylor Swift
“They’ll tell you I’m insane” (ti diranno che sono pazza), canta Swift. Incredibile! Il punto più alto del suo disco 1989 è una ballad che colpisce come una mazza da golf sul parabrezza. Si è inventata un suo suono, a metà strada tra Beyoncé e i Pet Shop Boys, che porta avanti il suo stile con sempre più eleganza e desiderio di vendetta.
7. “Frankie Fell in Love” Bruce Springsteen
Una rivolta rock-soul che condensa tutta la saggezza del mondo in una semplice frase: “It all starts with a kiss” (tutto inizia con un bacio). E che poi ribadisce questa verità evangelica con una furia infuocata.
8. “Every Time the Sun Comes Up” Sharon Van Etten
“I washed your dishes/But I shit in your bathroom” (ho lavato i tuoi piatti / ma ho cagato nel tuo bagno), canta Van Etten nella sua hit magistrale – indie folk triste che colpisce duro come una roccia.
9. “Seasons (Waiting On You)” Future Islands
Un synth-pop che ti fa sentire i brividi lungo la schiena: il cantante Samuel T. Herring ha trovato la sua (bella) strada tra gli Erasure e Tina Turner. Trasuda soul bianco e triste.
10. “i” Kendrick Lamar
La più entusiasmante tra le giovani voci dell’hip-hop canta l’amor proprio spirituale su una melodia che è un classico degli Isley Brothers: “Peace to fashion police, I wear my heart on my sleeve” (per buona pace della polizia della moda / vesto il mio cuore sulla mia manica). Lo veste bene.