30. “Mississippi” Bob Dylan (2001)
Dylan ha capito subito di aver fatto qualcosa di speciale quando ha scritto Mississippi. Ma dopo tre tentativi a vuoto (pubblicati nel 2008 in Tell Tale Signs), decise di lasciar perdere e di lasciarla a Sheryl Crow. Nel 2001 ci ha riprovato, convinto, a ragione, di aver trovato l’arrangiamento giusto.
29. “All too well” Taylor Swift (2012)
«È la canzone più emozionante e profonda che abbia mai scritto», ha detto la co-autrice Liz Rose. È la breakup song più maestosa della sua carriera. Non c’è canzone migliore per mostrare l’abilità di Taylor di trasformare un dettaglio in un mal d’amore leggendario.
28. “Umbrella” Rihanna feat. Jay-Z (2007)
Scritta in origine per Britney Spears, Umbrella (composta dai suoi produttori in circa 15 minuti) diventò la ballad-tsunami che trasformò Rihanna in una delle hitmaker più importanti del secolo.
27. “B.O.B.” Outkast (2000)
«Tutti fanno musica come se avessero la stessa formula», si lamentava Big Boi nel 2000. B.O.B. era una risposta a quella stagnazione creativa. Il brano fa parte di un regno dove non esistono distinzioni tra hip hop, dance e rock, dove gli assoli di chitarra stanno bene con lo scratch e con cori di bambini.
26. “Hotline bling” Drake (2015)
Drake ha detto che la base della sua hit più famosa è “più solare” delle altre, ed è per questo che il brano, una confessione al telefono, è così pieno di calore.
25. “Uptown funk” Mark Ronson & Bruno Mars (2014)
Una bomba di nostalgia funk anni ’80 che poteva vantare la presenza scenica di Bruno Mars. Ronson lavorava così tanto al pezzo che arrivò a svenire. «Dovevano portarmi via dallo studio di forza».
24. “Lose yourself” Eminem (2002)
Durante le riprese di 8 Mile, Eminem disse: «Non so come scrivere della vita di qualcun altro». Quel qualcuno era Jimmy “B-Rabbit” Smith Jr., il protagonista del film. Ci è riuscito raccontando la storia di un rapper e della sua battaglia “solo contro tutti”.
23. “Ms.Jackson” Outkast (2000)
Questa lettera di scuse alla mamma dell’ex ragazza di André 3000, Erykah Badu, nasce come canzone acustica scritta in salotto. «Non sarei mai riuscito a dire quelle cose in faccia alla mamma di Erykah», ha detto André.
22. “Take me out” Franz Ferdinand (2004)
Emblema del revival rock dell’inizio del 21esimo secolo, in equilibrio perfetto tra frustrazioni chitarristiche e serate in discoteca, una sorta di glorioso disco-rock.
21. “Bad Romance” Lady Gaga (2009)
Un brutto mal d’amore, techno bizzarra e un ritornello incredibile: Bad Romance è Gaga al meglio, l’apice della Gagamania.
20. “Rehab” Amy Winehouse (2006)
Amy viveva come cantava, ma prima di morire tragicamente, è riuscita a trasformare il moderno R&B con un suono graffiante e antico. «L’ha cantata come se le parole venissero dal suo diario», ha detto il corista Zalon Thompson.
19. “Dancing on My Own” Robyn (2010)
Robyn non entrava nelle classifiche da un de- cennio quando ha scritto Dancing on My Own con il collaboratore di sempre Patrik Berger. È un brano perfetto per essere urlato in un club, tanto che molte altre pop star hanno provato a fare lo stesso con i loro mali d’amore.
18. “Blackstar” David Bowie (2016)
La title track dell’ultimo album di Bowie è una spaventosa canzone di 12 minuti dove ripete frasi a proposito di una “candela solitaria” e di una misteriosa “stella nera”. Il risultato è un suono unico nella storia: jazz, elettronica, prog rock e anche canti gregoriani. Dimostra che anche alla fine della sua vita, Bowie rimaneva un innovatore senza paura.
17. “Work it” Missy Elliott (2002)
Il produttore Timbaland e Missy hanno registrato almeno cinque versioni di questa jam. Poi si sono decisi, grazie a un ritornello che tra- sforma la frase “flip it and reverse it” in una vera e propria proposta. La più grande hit di Elliott è una bomba onomatopeica.
16. “All my friends” LCD Soundsystem (2007)
Murphy è riuscito a catturare lo spirito di una generazione nichilista, distrutta dalle ansie del nuovo millennio e troppo impegnata a “rispettare i piani” per rendersi conto che gli anni passano, e che è l’amore – e non il clubbing – a dare significato alla vita.
15. “Crazy” Gnarls Barkley (2006)
Il produttore Danger Mouse l’ha descritto come “puro spaghetti Western”, un omaggio a Morricone; il cantante degli Gnarls Barkley, CeeLo Green, preferisce la definizione “industrial Euro soul”. Il brano ha toccato qualcosa di speciale, una hit delle radio rock e anche di quelle R&B, ispirando decine di cover.
14. “Toxic” Britney Spears (2003)
Quando le hanno chiesto di scegliere tra le sue hit del 2010, Britney non ha avuto dubbi: «Toxic», ha scritto su Twitter. È uno splendido capolavoro camp. Un brano di chitarre alla 007, archi Bollywood e flash di Daft Punk. Un paradiso velenoso.
13. “Alright” Kendrick Lamar (2015)
L’hanno cantata a una manifestazione anti-Trump a Chicago, a una di Black Lives Matter a Cleveland, e alla Million Man March di Washington. L’ottimista, euforica e maligna Alright è la «We Shall Overcome dei tempi moderni», ha detto il rapper Ric Wilson.
12. “Get your freak on” Missy Elliott (2001)
Missy era preoccupata che il suo beat Bhangra fosse “troppo sperimentale”. Aveva torto, perché diventò la hit più di successo tra quelle scritte con Timbaland nei 2000.
11. “Since U Been Gone” Kelly Clarkson (2004)
Dopo aver conquistato la prima edizione di American Idol, Clarkson ha fatto squadra con i produttori Max Martin e Dr. Luke per dare al suo teen pop una svolta punk. «All’inizio la canzone era molto scarna, non c’erano quasi parole», ha detto Clarkson delle prime demo. «Ma l’etichetta disse: “Ma è incredibile!”. Non è stato facile avere fiducia nell’etichetta, non conoscevo Dr. Luke o Max. Ma ha funzionato alla perfezione».