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“Le brutte intenzioni” in tribunale: Bugo ha respinto l’offerta di risarcimento di Morgan

Si è tenuta ieri a Imperia una nuova udienza per il reato di diffamazione. Al centro le frasi dette da Castoldi dopo i fatti di Sanremo 2020. Bugo vuole «difendere dignità e benessere emotivo e professionale», Morgan replica che non c’è danno

Foto: Marco Piraccini/ Mondadori Portfolio via Getty Images

È iniziato da tempo a Imperia il processo in cui Morgan si deve difendere dalla accusa di diffamazione nei confronti di Bugo per le dichiarazioni rilasciate dopo i fatti di Sanremo 202o, quando il primo si presentò all’Ariston per esibirsi col collega cambiando il testo di Sincero (“le brutte intenzioni, la maleducazione”) e il secondo abbandonò il palco (i due sono stati poi squalificati).

Ieri si è tenuta una nuova udienza. Il musicista dei Bluvertigo ha ribadito le proprie scuse che non sono state accettate, così come è stata respinta la proposta risarcitoria di 3000 euro. La giudice monocratica del tribunale di Imperia ha aggiornato l’udienza al 30 aprile prossimo per la definizione della causa.

L’ufficio stampa di Bugo ha diramato una nota per spiegare le ragioni del suo assistito: «L’udienza di oggi segna un momento importante nel percorso legale che Bugo ha intrapreso quattro anni fa, costretto a citare in giudizio Morgan per aver gravemente compromesso la sua reputazione e il suo lavoro. Dopo i fatti avvenuti in occasione del Festival di Sanremo 2020, Bugo non ha mai cercato conflitti o controversie pubbliche, ma è stato costretto a intraprendere questa azione legale per difendere la sua dignità e il suo benessere emotivo e professionale. Più volte Morgan è apparso in contesti pubblici denigrando l’immagine del collega. Bugo si affida ora alla giustizia, affinché venga fatta luce su questa situazione e vengano ristabiliti i fatti secondo verità ed equità».

«Ma che tragedia sta mettendo giù Bugo?» è la reazione di Morgan nella chat su WhatsApp “Sgarbistan 1 La libertà”. «Si presenta in tribunale col cameraman personale e il manager, entrambi fanno finta di non conoscermi e non mi salutano, nemmeno quando faccio notare che le persone per bene salutano anche il peggior nemico. Però poi in aula dice che io ero l’artista perfetto da usare a Sanremo per partecipare perché ero più famoso di lui, ammette di aver avuto lavoro grazie a me, quindi più che danno ha avuto beneficio».

«Mi denuncia per diffamazione e intanto dice cose molto peggiori di quelle che ho detto io, innumerevoli insulti mi ha rivolto in quattro anni, io faccio notare di non averlo mai denunciato, perché ho altro a cui pensare. Nonostante tutto io chiedo scusa da gentleman ma lui non accetta le scuse. Io non ho ammesso la responsabilità dell’ipotesi di diffamazione perché ritengo che dire, nel contesto di interviste successive alla squalifica, espressioni come “ha massacrato la cover di Endrigo sul palco” e “si è comportato da dilettante” oggetto della sua querela per cui oggi avevamo la prima udienza non siano diffamazione bensì diritto di critica in ambito artistico e musicale. Lui ha confuso il civile col penale, oggi non era il processo civile per il cambio del testo ma la sua accusa a me per le espressione appena citate. Ovviamente il giudice vuole capirci dentro più chiaro e rinvia il processo ma Bugo non ha date libere fino a maggio perché evidentemente è pieno di concerti. Quindi dove sarebbe il danno subito?».

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