La morte di George Floyd ha sconvolto gli Stati Uniti e provocato reazioni di indignazione da parte del mondo della cultura pop: non tutte queste reazioni però sono state esattamente consone alla gravità della situazione. Alcuni artisti, come Madonna e Matty Healy dei 1975, hanno esagerato, sbagliato nei toni o nel contenuto o nel tempismo.
Riporta Stereogum che il frontman dei 1975 Matty Healy ha disattivato il suo account Twitter dopo aver scritto «Se pensate davvero tutte le vite siano importanti dovete smettere di facilitare la fine di quelle nere», accompagnando queste parole con la canzone dei 1975 Love It If We Made It, che inizia con i versi: “We’re fucking in a car, shooting heroin / Saying controversial things just for the hell of it / Selling melanin and then suffocate the black men / Start with misdemeanors and we’ll make a business out of them”.
Healy è stato accusato di voler usare la morte di George Floyd per promuovere la sua musica. Ha quindi cancellato il tweet e scritto: «Scusate, non ho linkato la mia canzone per attirare l’attenzione su di me, è solo che la canzone parla letteralmente di questa situazione disgustosa e ne parla in modo più eloquente di quanto posso fare io su Twitter». Poi ha proprio cancellato il suo account.
Brutal murder travels around the world my son David Dances to honor and pay tribute to George and His Family and all Acts of Racism and Discrimination that happen on a daily basis in America. #davidbanda #JusticeforGeorgeFloyd #MichaelJackson pic.twitter.com/wLa6YKrYF1
— Madonna (@Madonna) May 28, 2020
Da parte sua Madonna ha postato su Twitter un video del figlio David che balla in onore di George Floyd, causando non poche polemiche e commenti come «Wow, il razzismo non esiste più adesso. Grazie».