Dopo una vita passata sul palco, cercando di sconfiggerne la paura che sempre lo ha perseguitato, Leonard Cohen sembra stanco dell’estenuante vita da tour e, nonostante l’imminente pubblicazione del suo nuovo album You Want It Darker, il cantautore americano ormai ottantaduenne si è detto pronto al tramonto della propria carriera.
In un’intervista autobiografica al The New Yorker, Cohen si è confessato sul poco tempo che gli rimane, nonostante abbia da parte ancora tantissime canzoni, forse destinate a rimanere incompiute: «Non penso sarò in grado di finire quelle canzoni. Forse, chi può saperlo? Forse troverò nuove energie, non so…ho ancora un po’ di lavoro da fare».
Parlando della recente scomparsa di Marianne Ihlen, musa del cantautore dagli anni sessanta cui dedicò So Long, Marianne, Cohen ha affrontato il tema della morte: «Ho ancora del lavoro da fare…ma mi sento pronto a morire. Spero non sia troppo doloroso, per me è la cosa che più conta».
Prima dell’addio Cohen vuole “mettere casa in ordine”, svegliandosi ore prima dell’alba per lavorare sulle canzoni che ha ancora in serbo e scrivere le sue poesie cui forse dedicherà un nuovo libro: «La vicinanza alla morte è una grande occasione – ha detto Cohen – sono una persona molto ordinata e mi piace tirare le redini se posso, se inizio una cosa voglio finirla con tutto me stesso».
Per cui, anche se l’età non gli permette più di suonare la chitarra – cosa che comunque non gli ha impedito di sperimentare sui synth – e la vita in tour è ormai troppo logorante, Cohen promette che fino all’ultimo giorno vivrà per l’arte che l’ha reso leggenda.