La musica a Barcellona non si ferma mai. Il messaggio che arriva dalla città catalana è chiaro: è possibile immaginare e realizzare un sistema urbano che mette insieme turismo, cultura e musica e diventare una capitale mondiale dell’intrattenimento dal vivo, tra rock ed elettronica, amata e cercata da tutti. Dopo il Primavera Sound e l’edizione record del Sonar, l’estate di Barcellona continua con il Cruilla 2017, festival eclettico ed indipendente che ha costruito una storia crescendo intorno al concetto (decisamente attuale) di “musica sin fronteras”.
Nove edizioni, produzione locale, scelta accurata del cartellone e un nome, “cruilla” che in lingua catalana vuol dire “incrocio”. Nel 2005 era una serie di concerti nella cittadina di Matarò, nel 2008 è arrivato in città disegnando un suono urbano alternativo con Asian Dub Foundation e Le Peuple de L’Herbe, nel 2012 (con Iggy Pop, Cypress Hill, The Specials) ha raccolto 22.000 spettatori, nel 2016 ha portato a Barcellona gli Alabama Shakes, Damien Rice, Cat Power e Robert Plant.
Una crescita continua, uno spirito indipendente e senza etichette di genere, che porta ogni anno gli organizzatori a chiedere al pubblico di suggerire i nomi degli artisti prima di chiudere il cartellone, con l’idea che l’incrocio evocato dal nome del festival non sia un bivio, ma un punto di incontro di musica e stili diversi.
L’edizione 2017 è un punto di arrivo, perché oltre alle fondamenta dei quel suono urbano e meticcio che ha contribuito a creare il fascino di Barcellona (il reggae e le band locali non mancano mai, da Youssou N’Dour ai Txarango), porta sui sei palchi del bellissimo (e comodissimo da raggiungere) Parc del Forum le sue deviazioni più interessanti, una miscela di indie rock e classici e la pura festa: venerdì 7 luglio c’è il party funky-disco di Jamiroquai ma anche Two Doors Cinema Club, The Lumineers e Ani Di Franco, realtà interessanti della musica spagnola (Los Fabulosos Cadillac, Dorian, l’Mc Kase O e l’estetica indie-pop di Carlos Sadness) e poi la terapia emozionale di Dorian Wood e la distorsione di generi ed immagini degli strepitosi Die Antwoord, per noi il concerto da non perdere.
Sabato 8 invece la rete si allarga con le suggestioni musicali di Benjamin Clementine e Parov Stelar, l’hip-hop latino di Residente, membro della storica crew spagnola Calle 13, i Pet Shop Boys, Ryan Adams che porta sul palco Prisoners, uno dei dischi migliori dell’anno e Little Steven, fratello musicale di Springsteen ed eroe del Jersey Shore con il suo progetto Disciples of Soul (una band di 15 elementi e un suono che spazia dal soul al garage rock) e i Prodigy, che suonano a notte fonda e non a caso presentano l’album The Day is My Enemy.
Si finisce in festa con i dj set di Klipsch Sound System e la festa Holi Color Party domenica 9. Un altro weekend di musica a Barcellona, e non è mai abbastanza.