«Linkin Park, vergogna»: continua lo scontro su Emily Armstrong, Scientology, l’omertà e le violenze | Rolling Stone Italia
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«Linkin Park, vergogna»: continua lo scontro su Emily Armstrong, Scientology, l’omertà e le violenze

Chrissie Carnell Bixler, moglie del musicista dei Mars Volta e accusatrice di Masterson, replica alla nuova cantante del gruppo: «Se resti in silenzio non hai alcun diritto di coprire il ruolo di Chester Bennington»

«Linkin Park, vergogna»: continua lo scontro su Emily Armstrong, Scientology, l’omertà e le violenze

Emily Armstrong in concerto

Foto: Mariano Regidor/Redferns

«Cara Emily, se non prendi posizione contro il culto di cui fa parte e che è implicato nel traffico di esseri umani e di minori, il culto a cui consenti di compiere quei crimini restando in silenzio, allora non hai alcun diritto di coprire il ruolo di Chester Bennington».

Inizia così la lettera aperta indirizzata a Emily Armstrong, la nuova cantante dei Linkin Park. L’autrice è Chrissie Carnell Bixler, moglie di Cedric Bixler-Zavala dei Mars Volta nonché una delle accusatrici dell’attore Danny Masterson, membro di Scientology (il culto citato nella lettera) condannato per stupro l’anno scorso. Sia Masterson, sia le vittime, sia i coniugi Bixler, sia Armstrong fanno parte o hanno fatto parte della chiesa di Scientology.

In un vecchio commento social riemerso dopo l’annuncio dell’ingresso di Armstrong nei Linkin Park, il cantante dei Mars Volta accusava la cantante di avere spalleggiato in tribunale Masterson. Indifferenti alle accuse di stupro, che hanno poi portato a una condanna, i membri di Scientology avrebbe fatto quadrato attorno all’attore arrivando a intimidire le vittime.

Dopo che la faccenda è riemersa e coi riflettori puntati addosso vista la notorietà dei Linkin Park, Armstrong ha replicato su Instagram che è vero che è «andata a una delle prime audizioni» in tribunale, ma solo «come osservatrice». Ha poi capito «che non avrei dovuto farlo. Cerco sempre di vedere il buono che c’è nelle persone e con lui ho preso un abbaglio. Non gli ho più parlato da allora. Sono poi emersi dettagli impensabili ed è stato giudicato colpevole. Lo scrivo nel modo più chiaro possibile: non giustifico abusi e violenze contro le donne e sono solidale con le vittime».

Questa presa di posizione non basta evidentemente a Chrissie Carnell Bixler, che vorrebbe da parte di Armstrong parole forti contro Scientology e il clima di paura, se non di terrore creato dal culto. «Non me ne frega un cazzo se sei amica di uno stupratore seriale», scrive Chrissie Carnell Bixler nelle storie di Instagram. «Non me ne frega un cazzo se hai mentito nelle tue “scuse” su Instagram. Mi frega che al processo hai partecipato all’intimidazione di una donna coi tuoi compagni del culto. Mi frega che non hai detto che fai parte di un culto dedito al traffico di minori e di esseri umani che copre gli abusi e gli stupri di bambini e adulti», vale a dire Scientology.

«Mi frega» continua Carnell Bixler «che i tuoi genitori lavorino all’OSA (l’ufficio degli affari speciali) del culto di Scientology che ha ordinato gli attacchi a me e alla mia famiglia, ammazzandomi i cani in un mondo disumano e malvagio. Mi frega che hanno attaccato le mie sorelle sopravvissute» alle violenze.

Armstrong, conclude la donna, dovrebbe prendere posizione contro Scientology, Non lo fa «non per paura, ma perché sei una di loro. Linkin Park, vergogna. Vaffanculo».

In un’altra storia di Instagram, Chrissie Bixler riporta le parole di Mirriam Francis, che definisce vittima di Scientology. La donna dice di essere stata amica di Emily Armstrong, di cui offre un bel ritratto da bambina, e pone alcune domande: «Dici di sentirti vicina alla vittime, ma hai idea di come si stiano sentite quel giorno (in tribunale, ndr) le vittime dei crimini di Danny Masterson? Hai idea di come ci si senta ad essere vittima di uno stupro con la gente che ti è vicina e che pensavi fosse tua amica che ti si rivolta contro, che ti scredita, che vuole zittirti, che ti minaccia, che ti molesta, che mente su di lei e serra le file per difendere il tuo stupratore? Come ci si sente ad essere circondati da quella gente dentro il tribunale?».

Il punto: «Vorrei sapere se fai ancora parte di Scientology». E poi: «Emily, hai una possibilità. Hai una voce. Molti di noi non l’hanno mai avuta. Spero che userai il tuo potere per fare qualcosa di buono».