“Metà dei follower sugli account di artisti italiani sono falsi”, avete letto nei giorni scorsi. E forse avete letto i numeri: i falsi follower di Jovanotti su Twitter sarebbero 1.660.000 (il 66 per cento del totale), quelli di Ligabue poco più di un milione (64 per cento dei suoi follower).
Sono numeri reali? No.
Per almeno cinque buoni motivi.
1. Non sono fake, sono solo persone riservate
Ci sono diversi strumenti per farsi un’idea della qualità dei propri follower – tra gli altri, Twitter Audit, TwitterCounter, Fake Follower Check. I numeri di cui avete letto qui sopra sono risultati ottenuti usando Twitter Audit (potete provarci anche voi, a questo indirizzo), che funziona così: gli date un account su cui indagare, lui ne sceglie 5.000 mila follower e li analizza uno per uno. Tiene in considerazione il numero di tweet che ognuno dei 5.000 ha scritto, la data dell’ultimo tweet e il suo rapporto tra seguaci e seguiti. È un metodo affidabile? No, perché se una persona non scrive nulla su Twitter, perché lo usa solo come fonte di informazioni o semplicemente perché non gli va, da Twitter Audit molto probabilmente sarà con ogni probabilità contato come fake. E invece era solo un tipo silenzioso (o uno che aveva perso la password).
2. Se volete delle certezze chiedetele a qualcun altro
Gli strumenti per determinare i fake danno risultati discordanti, spesso di molto. Provate voi stessi.
3. Non sono fake, sei tu che non vedi bene
Twitter Audit ammette che il suo metodo “non è perfetto, ma è utile per capire se qualcuno ha aumentato i propri follower in modo disonesto”. Si prende troppo sul serio: è difficile che 5.000 persone scelte in modo casuale possano dire qualcosa di serio sugli oltre due milioni e mezzo di follower di Jovanotti. Non è sorprendente che il 66 per cento di chi ha scelto di seguirlo su Twitter non sia un utente dall’attivismo social incontenibile. In molti saranno entrati un paio di volte su Twitter, avranno scelto di seguire qualche utente famoso e poi non ci saranno più entrati. Niente di male, è legale. Ma non chiamateli fake.
4. Non provate a rubare in casa del ladro
È vero, ci sono cose in cui Twitter deve migliorare – l’ha ammesso anche il suo amministratore delegato: «Facciamo pena quando si tratta di affrontare abusi o troll». Ma se c’è una cosa in cui nessuno batte Twitter è trovare gli account falsi su Twitter. Per una ragione semplice: ci sono dati che gli altri non hanno. «Abbiamo una gran varietà di strumenti automatici o manuali che individuano, segnalano e sospendono i profili falsi», ci hanno risposto dal quartier generale di Twitter, a San Francisco, «È vero, esistono degli account fake, ma non superano il 5 per cento del totale. Noi stessi non li inseriamo nel conteggio del numero degli utenti (288 milioni di persone)». Quindi bisogna fidarsi degli strumenti che promettono di indivuare i falsi? «Andateci cauti. Sono cose che solo noi possiamo dire. E tenete presente che il 40 per cento degli utenti di Twitter non twitta mai, ci usa solo per tenersi aggiornato sui suoi interessi».
5. Non ce n’è alcun bisogno
Le dimensioni, è noto, sono un’ossessione solo per chi ha i numeri contati. Chi vive nell’abbondanza o riempie stadi e palazzetti – come i nomi in cima alla lista di chi avrebbe comprato i follower: Jovanotti, Ligabue, Laura Pausini, Emma Marrone – non ha motivo di ingigantire risultati che sono già imponenti. Non è gente che farà qualche sold-out in più grazie a Twitter. Sono artisti che, depurati dagli ipotetici follower “comprati”, restano sempre in cima alla classifica dei musicisti italiani più seguiti su Twitter – che diventerebbe: 1. Laura Pausini, (967 mila follower), 2. Jovanotti (836 mila), 3. da Fabri Fibra (620 mila), 4. Luciano Ligabue (552 mila).