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Lo Stato Sociale e Vasco Brondi hanno pubblicato la loro ‘Avvelenata’

S’intitola ‘Fottuti per sempre’ ed è uno sfogo sul mestiere di cantante nella tradizione di Guccini: parla dei sogni che ti fregano e della band che stava per sciogliersi

Foto: press (1), Max Cardelli (2)

I regaz dello Stato Sociale hanno pubblicato la loro Avvelenata. Il loro sfogo sul mestiere di cantante uscito stanotte s’intitola Fottuti per sempre e contiene un feat di Vasco Brondi. Quelli “fottuti per sempre” sono ovviamente i musicisti del gruppo di Una vita in vacanza, fregati dai sogni di quand’erano adolescenti e idealisti, finiti a causa di quegli stessi sogni in un mondo in cui non si riconoscono. 

La canzone inizia con una citazione di Cromosomi, un pezzo di Turisti della democrazia, e descrive la crisi vissuta negli ultimi anni: l’idea esagerata di poter cambiare almeno un poco il mondo con la musica, restando duri e puri; il mondo che li cambia; la scelta di andare a Sanremo (“la prima volta che vai a Sanremo sei una bomba che esplode in un convento, dalla seconda sei già un coglione che fa parte dell’arredamento”); le cose che non vanno come previsto.

È un pezzo anche autocritico, ad esempio nel passaggio “odiavamo la televisione, la radio, la musica pop, il successo, ora vogliamo l’alta rotazione, la poltrona di giudice ad X Factor”. E amaro per come sono andate le cose non solo al gruppo, ma a tutta la musica italiana: “volevamo riempire i palasport di musica fatta senza soldi in una stanza e quando ci abbiamo suonato davvero avevano il nome di una banca”. È anche una canzone sulla crisi del gruppo, che stentando a trovare una ragion d’essere stava per sciogliersi.

È un pezzo leggero, ma a suo modo amaro, che svela debolezze, ipocrisie, errori. In questo senso, Fottuti x sempre s’inserisce nella tradizione degli sfoghi, anche autocritici, sulle miserie del mestiere di cantante rappresentato dall’irraggiungibile L’avvelenata di Francesco Guccini.

Quello dello Stato Sociale è anche un pezzo generazionale e sul fatto che “non c’è niente di vero a parte le canzoni che scrivi a 16 anni sopra i cessi s’un bar”. È un pezzo sul crederci davvero. In questo senso è significativo il feat di Vasco Brondi, che rappresenta l’anima idealista della canzone. Il suo intervento è una sorta di piccolo manifesto sulla ricerca della felicità quando sei giovane (e di sinistra) e vuoi cambiare tutto, “non riempire un altro vuoto di mercato”. In sostanza: “Eravamo giovani, giovani o pazzi, ma avevamo ragione”.

«È la canzone più onesta che abbiamo mai scritto», scrivono quello dello Stato Sociale su Instagram. «Parla di come i sogni ti sappiano fregare, di una band che stava per sciogliersi, della vita che ha bussato ai finestrini di un piccolo furgone dove eravamo solo noi cinque amici che volevamo cambiare il mondo, mentre il mondo ha cambiato noi. Quel poco di successo, le sirene di una sorta di fama chissà poi quanto effimera, ma soprattutto l’amore, la vita, la famiglia, una nuova città. Tutto ci ha portato lontano, persino la musica. Questa è una band che poteva non esserci più, e invece siamo ancora qui».

E su Vasco Brondi: «È stato con noi, a volte da lontano a volte da vicino, a volte come riferimento e infine come amico, a volte come modello del perché valga la pena regalare la propria vita a un furgone scassato che fa su e giù per un paese a forma di scarpa. Averlo in questo pezzo per noi è un regalo. Niente presave, cartelloni pubblicitari nelle stazioni, pacchi gadget da spedire a 200 influencer».

Il post finisce, guarda un po’, con la citazione della canzone di Guccini: «Vendere o no non passa tra i miei rischi, non comprate i miei dischi, e sputatemi addosso».

La tournée del gruppo inizierà il 24 marzo. Si sentiranno in anteprima canzoni «che faranno incazzare un po’ di persone» dal nuovo album che non è ancora finito e non ha ancora una data d’uscita. «Non ce ne frega più un cazzo, questa è la verità. Come dieci anni fa. Delle radio, delle classifiche, dei numeri, delle vendite», scrive Lo Stato Sociale su Instagram. «E abbiamo scritto un disco che farà incazzare un po’ di persone, come dieci anni fa. E vogliamo suonarlo nei club in cui suonavamo dieci anni fa, in anteprima, a prezzi popolari, assieme ai pezzi più importanti di questi dieci anni. Un disco che neanche abbiamo finito di registrare. Un disco che non sappiamo quando uscirà. Lo suoniamo solo per chi sarà in quei club, prima degli altri. Niente doppie, niente triple. Niente regole. Vuoi filmare un pezzo e metterlo su YouTube? Puoi. Non ce ne frega un cazzo. Solo noi e voi, sudore e energia, il mondo fuori e a culo tutto il resto. Non vediamo l’ora, sbrigatevi che i posti sono pochi. Saltateci addosso. Sarà bello».

Molte date sono sold out. Eccole:

24 marzo, Livorno SOLD OUT
25 marzo, Bologna SOLD OUT
31 marzo, Brescia SOLD OUT
7 aprile, Perugia SOLD OUT
8 aprile, Roma SOLD OUT
14 aprile, Padova (prevendite non disponibili)
16 aprile, Milano SOLD OUT
20 aprile, Catania
21 aprile, Rende
22 aprile, Molfetta
28 aprile, Torino SOLD OUT

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