La lettera di Madonna al fratello morto |RollingStone Italia
A letter to a brother

Madonna, la toccante lettera al fratello morto: «Non ci sarà mai nessuno come lui»

Christopher Ciccone è scomparso nel weekend per un cancro. Aveva 63 anni. La sorella gli ha dedicato un lungo post strappalacrime: «Insieme abbiamo scalato le vette più alte e abbiamo annaspato nei momenti più bassi. In qualche modo però, ci siamo sempre ritrovati, tenuti per mano, continuando a ballare»

Madonna, la toccante lettera al fratello morto: «Non ci sarà mai nessuno come lui»

Madonna con il fratello Christopher

Foto: profilo Instagram @madonna

Christopher Ciccone, il più giovane fratello di Madonna, è morto all’età di 63 anni. Da anni combatteva contro un cancro.

Christopher e Madonna hanno lavorato a stretto contatto soprattutto nella prima parte della carriera dell’artista americana. Christopher è apparso come ballerino nei video di Everybody e Lucky Star, brani dell’album d’esordio della sorella, oltre a ricoprire differenti ruoli nell’Ambition World Tour del 1990 e in The Girlie Show del 1993. Nel 2008, inoltre, aveva scritto il memoir Mia sorella Madonna.

«Mio fratello Christopher se ne è andato, era la persona a me più vicina», ha scritto Madonna in un lungo posto sui propri social accompagnato da alcune foto storiche in compagnia del fratello, «è difficile spiegare il nostro legame, un legame nato dalla consapevolezza di essere diversi in una società che ci avrebbe dato filo da torcere visto per non esserci allineati allo status quo».

«Ci siamo presi per mano e abbiamo danzato attraverso la follia della nostra infanzia. La danza era come una colla che ci teneva uniti. La scoperta della danza nella nostra piccola città del Midwest mi ha salvato; poi è arrivato mio fratello, e ha salvato anche lui. Il mio insegnante di danza classica – anche lui si chiamava Christopher – creò uno spazio sicuro per mio fratello per poter essere gay, una parola che non veniva pronunciata e nemmeno sussurrata dove vivevamo. Quando finalmente trovai il coraggio di andare a New York per diventare ballerina, mio fratello mi seguì. E ancora una volta ci siamo presi per mano e abbiamo danzato nella follia di New York! Divoravamo arte, musica e cinema come animali affamati. Eravamo nell’epicentro dove accadeva di tutto. Abbiamo ballato nella follia dell’epidemia di AIDS. Siamo andati ai funerali, abbiamo pianto e siamo tornati a ballare».

«All’inizio della mia carriera abbiamo ballato insieme sul palco e alla fine è diventato il direttore creativo di molti tour. Quando si trattava di buon gusto, mio fratello era il Papa e bisognava baciare l’anello per avere la sua benedizione. Abbiamo sfidato la Chiesa cattolica romana, la polizia, la morale e tutte le figure autoritarie che ostacolavano la libertà artistica! Mio fratello è sempre stato al mio fianco. Era un pittore, un poeta e un visionario. Lo ammiravo. Aveva un gusto impeccabile. E una lingua tagliente, che a volte usava contro di me, ma che io gli ho sempre perdonato. Insieme abbiamo scalato le vette più alte e abbiamo annaspato nei momenti più bassi. In qualche modo però, ci siamo sempre ritrovati, tenuti per mano, continuando a ballare».

«Gli ultimi anni non sono stati facili. Non ci siamo parlati per un po’, ma quando mio fratello si è ammalato ci siamo ritrovati. Ho fatto del mio meglio per tenerlo in vita il più a lungo possibile. Verso la fine ha sofferto così tanto. Ma ancora una volta ci siamo tenuti per mano, abbiamo chiuso gli occhi e abbiamo ballato, insieme. Sono felice che non soffra più. Non ci sarà mai nessuno come lui. So che sta ballando da qualche parte».

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