Dopo le polemiche sollevate in questi giorni a seguito della scelta di escludere Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma, Mahmood, che doveva essere su quel palco, ha scelto di non esserci. Lo ha comunicato in una story su Instagram: «Ho aspettato fino all’ultimo poiché speravo di leggere una notizia diversa rispetto all’esclusione di Tony Effe dal Capodanno di Roma. Ritengo sia una forma di censura per cui decido anche io di non partecipare al Capodanno della Capitale. Sono fermamente convinto che qualsiasi forma d’arte possa essere discussa e criticata ma non deve esistere censura».
GODO Mahmood certezza pic.twitter.com/2p6DSPLFpG
— elena (@badchanneI) December 18, 2024
Una questione che negli ultimi giorni ha scatenato la presa di posizione, oltre che dal management del rapper che ha parlato di «danno di immagine subito dall’artista» che è stato esposto a «una forte pressione mediatica, rischiando di comprometterne l’immagine e la carriera», anche degli organizzatori Vivo Concerti e Friends & Partners in una nota congiunta in cui parlano di «vivo stupore e dispiacere poiché la decisione è stata presa in assenza di valide motivazioni, addirittura dopo l’annuncio e la conferenza stampa in cui veniva annunciata e pubblicizzata la presenza di Tony».
Ma non solo: Jovanotti, a Belve, ha dichiarato che «la musica non è nociva mai, non esiste una musica nociva, può essere che esista una musica noiosa, una musica pallosa, ma non una musica nociva. Mozart e Tony Effe sono colleghi».
Accuse a cui il sindaco Gualtieri ha risposto dichiarando che non c’è «nessuna censura», «ma è inopportuno usare le risorse dei cittadini per ospitare Tony Effe al concerto di Capodanno».
Tra chi si è schierato contro la decisione del Campidoglio c’è anche Junior Cally, al centro delle polemiche a Sanremo 2020 per il testo della sua vecchia canzone Strega. «Basta con chi considera i giovani dei coglioni! Trovo assurdo che, ancora oggi, ci sia chi decide di censurare un artista come Tony Effe, impedendogli di esibirsi al concerto di Capodanno a Roma. Speravo che quello che successe a me nel 2020 a Sanremo rimanesse un caso isolato. Ma è evidente che questi episodi non riguardano solo un dibattito sulla musica rap italiana e i suoi testi, ma c’è un gap generazionale di grande incomprensione che in passato non c’è mai stato. Ma sono di poco fa anche le story di Noemi, che ha scritto: «Penso che censurare gli artisti non sia la soluzione. L’arte deve restare un luogo di espressione, anche quando fa discutere» e di Emma, che trovate qui sotto:
Tony ❤️ pic.twitter.com/gcIwZ2hkze
— Emma Marrone (@MarroneEmma) December 18, 2024