«Marco, ma perché metti sempre questi cori?». Un fan con questo semplice tweet di mesi fa forse non sapeva di scatenare chissà quali riflessioni in Marco Mengoni, che oggi parte da lì per spiegare il suo prossimo album, in uscita venerdì 4 febbraio, Le cose che non ho.
«Perché mi ha chiesto una cosa del genere? Forse perché è vero», spiega Mengoni «mi sono accorto di avere spesso un blocco quando compongo al pianoforte delle linee armoniche e a quel punto lo compenso con delle voci (lo specifica nella cartella stampa che per lui sono molto diverse dai cori ndr). Però dall’essere una compensazione ho capito che erano semplicemente una mia peculiarità». Così Le cose che non ha Marco Mengoni, in questo momento, sono davvero poche.
Il primo album di questo progetto, Parole in circolo, uscito all’inizio di gennaio, è già terzo disco platino, tutti i tre singoli usciti sono platino, l’ultimo Ti ho voluto bene veramente uscito da sei settimane anche, e il video, girato in Islanda, ha già superato 13 milioni di views. Dal 28 aprile tornerà con un tour (Live Nation) ancora più in grande del precedente con due date di seguito al Mediolanum Forum di Milano (6 e 7 maggio), due al Palalottomatica (12 e 13 maggio) e due all’Arena di Verona (21 e 22 maggio).
Un vero golden boy della discografia italiana in questo momento, che come quasi tutti i top artist è volato a Los Angeles a registrare l’album con il produttore Michele Canova «Mi ha lasciato libero di capire come muovermi». Poi Mengoni ha coinvolto anche Giuliano Sangiorgi che firma musica e testo di Come due satelliti, oltre a cantare nel pezzo, «Giuliano è un amico anche se non avevo mai collaborato con lui, comunque siamo riusciti a “Mengonizzarlo”». Da segnalare anche la collaborazione con Sia che ha scritto per lui Rock Bottom, l’unico pezzo in inglese dell’album.
«Il primo e il secondo capitolo sono nati come se fossero una playlist anche se non so se usare questo termine perché io mi sento anziano», spiega Mengoni che il 25 dicembre compirà “ben” 27 anni. Allora gli chiedono se gli piaccia qualche artista di oggi, lui che da sempre rivendica anche gusti da “anziano”: «Sicuramente Stromae. L’ho visto in concerto e ho visto il suo dvd dal vivo e sono rimasto veramente impressionato, letteralmente con la lingua lunga di fuori! è spanne avanti rispetto agli altri! Poi certo mi piacciono artisti come Benjamin Clementine che mi ricorda la mia amata Nina Simone o Battisti».
Mentre per il fatto di parlare sempre d’amore nelle sue canzoni ha commentato: «In molti me lo fanno presente e ogni tanto cerco di parlare anche di altro, di temi più leggeri, ma poi sì finisco a scrivere nei miei pezzi sempre di quello, non saprei far altro. In fondo siamo sempre felici o meno solo per amore». Ma c’è qualcosa che sente di non avere oggi? «Forse è quella voglia che fa sì che non mi accontenti mai e mi metta sempre in discussione».