Si è chiusa una delle tre cause ancora aperte intentate contro Marilyn Manson per violenza sessuale e altri reati contro la persona. Martedì scorso un giudice federale di Los Angeles ha archiviato le accuse mosse dalla modella Ashley Morgan Smithline. Alla querelante erano stati concessi due mesi di tempo per assumere un nuovo avvocato o in alternativa decidere di rappresentarsi da sola. La donna non ha dato risposta entro il termine e la causa è stata perciò automaticamente archiviata.
Smithline accusava Manson (vero nome Brian Warner) di averla stuprata dopo averla attirata nella sua casa di Los Angeles. Avrebbe anche cercato di soffocarla con un cuscino, oltre a provocare dei tagli con un coltello in varie occasioni tra novembre 2010 e gennaio 2013. L’avrebbe confinata in una stanza insonorizzata e costretta a partecipare a un patto di sangue. Manson ha sempre respinto questa e altre accuse in alcuni casi dicendo che si tratta di falsità, in altri che le donne erano consenzienti.
L’archiviazione della causa è un fatto automatico in casi come quelli di Smithline. Per gli avvocati di Manson è però una vittoria. «Ringraziamo Ashley Smithline per aver fatto cadere le richieste di risarcimento contro Brian Warner senza chiedere, né ricevere alcunché in cambio», scrive in un comunicato l’avvocato Howard King. «Smithline s’è rifiutata di farsi manipolare da chi cerca di perseguire i propri scopi contro Warner. Le auguriamo ogni bene e continueremo a lavorare per far sì che le persone che hanno tantato di abusare del nostro sistema legale paghino per il loro comportamento».
Restano aperte due cause per violenza sessuale intentate dall’attrice Esmé Bianco e da una donna il cui nome non è stato reso noto e che accusa Warner di averla stuprata nel 2011 dopo una relazione decisamente tormentata. In passato, era stata respinta un’altra causa, quella di Ashley Walters, poiché presentata oltre i termini di prescrizione. Walters ha fatto ricorso.
È aperta anche una causa per diffamazione intentata da Manson nei confronti della ex Evan Rachel Wood, accusata di «avere reclutato, coordinato e fatto pressione su donne che in passato sono state legate a Warner affinché muovessero false accuse nei suoi confronti». Per Wood è un caso di colpevolizzazione delle vittime: «È il trattamento che sono costrette a subire le sopravvissute che vogliono denunciare una persona di potere, è una tattica di ritorsione per farle tacere ed è il motivo per cui molte non si fanno avanti».
A questo link trovate i risultati dell’inchiesta di Rolling Stone sugli abusi.