Rolling Stone Italia

Matt Berninger dei National: «Ora ai nostri concerti vengono molti fan di Taylor Swift e per i primi 25 minuti sono disorientati»

La collaborazione con la popstar ha cambiato il pubblico della band di ‘The Boxer’ e ‘Laugh Track’. Un tempo «i nostri concerti erano feste per soli uomini»

Foto: Graham MacIndoe

Il pubblico dei National sta cambiando. E in parte succede per via della collaborazione della band e in particolare di Aaron Dessner con Taylor Swift. Ne ha parlato qualche giorno fa con NME il cantante Matt Berninger.

Com’è noto, la band americana ha collaborato con Swift. Il gruppo appare in Coney Island, da Evermore e la cantante è presente in The Alcott, da First Two Pages of Frankenstein. Ma soprattutto Aaron Dessner è il musicista che nel ruolo di co-autore e produttore ha avvicinato Swift a certe sonorità folk in Folklore e non solo. Da allora, Dessner è una presenza quasi fissa negli album della popstar, la quale appare come feat anche nel progetto Big Red Machine di Dessner e Justin Vernon (Bon Iver).

Questa inattesa vicinanza tra un gruppo indie e la più grande popstar al mondo ha cambiato inevitabilmente anche il pubblico dei National, avvicinando i cosiddetti Swifties alla musica della band.

Dopo avere spiegato che i National non appariranno nell’Eras Tour, la tournée dei record di Swift che la prossima settimana arriverà allo Stadio San Siro di Milano, Berninger spiega che il collegamento «è stato fruttuoso per tutta la band, non solo per Aaron» e che un cambiamento c’è stato ed è visibile dal palco.

«Vediamo che molti fan di Taylor Swift vengono ai nostri concerti e rimangono spiazzati per i primi 25 minuti o giù di lì. Abbiamo la fortuna di avere un pubblico eterogeneo dal punto di vista demografico». È un cambiamento di lungo periodo che trascende la collaborazione con Swift: «Dieci o 15 anni fa hanno cominciato a venire a vederci molti più giovani e sempre più donne. Nei primi 10 anni i nostri concerti sembravano feste per soli uomini, ora le cose sono parecchio cambiate».

In quanto a Swift, tempo fa Berninger ha detto che «ha la capacità di trasformare un disco in un evento e in un’opera d’arte ed è una cosa che di questi tempi non succede quasi più. Accadeva ai tempi dei Beatles. La sua capacità di far emozionare e dare gioia a così tanta gente mi mette quasi in soggezione».

Iscriviti