«Facebook non mi piace proprio: è come un’enorme assemblea di istituto, dove tutti sono indignati per tutto e scaricano le proprie frustrazioni con mille parole, è tutto inutile!», conclude con queste parole Max Pezzali il lungo incontro stampa per presentare il nuovo Astronave Max, in uscita il 1 giugno, dopo 4 anni dall’ultimo album di inediti.
Il cantante del resto è sempre stato sul pezzo per tutto ciò che riguarda la tecnologia e ha le idee molto chiare. Oggi ha presentato il nuovo singolo Sopravviverai in diretta Periscope e è venuto nella redazione di Rolling Stone sempre per una diretta sull’applicazione, dove ha risposto a tutti coloro che mandavano domande con l’hashtag #ChiediaMax. Anche il video del primo singolo È venerdì era ispirato alla tecnologia di Periscope.
«Devo ammettere di sentirmi un po’ infastidito dal fatto che ormai tutti abbiano internet e ne parlino senza molto senso critico. Mi sento come quando sei un metallaro e vedi il tuo gruppo preferito, che seguivi solo tu, diventare mainstream. Ecco, preferisco Twitter, almeno è più immediato e pone un limite alle chiacchiere inutili: sei costretto a dire quello che pensi in 140 caratteri e questo è stupendo», racconta Max che, a 47 anni, si sente di riuscire a porre una maggior distanza in tutte le cose come in Sopravviverai.
Il senso della Astronave è quello: allontanarsi dalle cose per vederle in maniera diversa
«Racconta la fine di una storia, l’ennesima, quando pensi questa volta, davvero non riuscirò a rialzarmi e invece ce la fai, l’importante è capire che bisogna uscire dall’autocompiacimento nella malinconia. Io ho realizzato anche di provare sempre questo sentimento di nostalgia, persino a 27 anni quando ho scritto Gli Anni! Ma di cosa avevo nostaglia poi?».
«Il senso dell’Astronave è proprio quello: allontanarsi dalle cose per vederle con una prospettiva diversa», racconta Max. «Dall’alto vedo anche le astronavi del nostro tempo, come racconto in Astronave Madre, e sono i centri commerciali. Un po’ mi vergogno ma ci vado spesso e c’è qualcosa che mi piace in quei luoghi: sono dei grandi teatri dove osservare l’umanità di ogni genere».
Pezzali ha osservato anche i ragazzi in un club di EDM dove era capitato per caso e ne parla in Generazioni: «All’inizio mi sono sentito perso, come se fossi capitato in un girone dantesco. Poi ho capito che erano molto di più le cose che mi avvicinavano a quei ragazzi piuttosto che quelle che mi dividevano: in fondo i giovani hanno sempre gli stessi desideri e le stesse paure».