«Questo è il momento che mi spaventa davvero: l’ultimo giorno della settimana», mi dice Dave Grohl da New Orleans. È mattino e la sua voce tradisce più eccitamento che paura. Il leader e chitarrista dei Foo Fighters sta entrando nello studio dove la sua band sarà ripresa mentre suona dal vivo una canzone del nuovo album. La parte che fa paura: Grohl sta per cantare delle parole che ha finito di scrivere ieri, dopo una settimana passata a lavorare su una puntata di Sonic Highways, una serie tv in otto episodi sulle città più importanti per la musica americana.
Voglio che i miei testi testimonino un’ispirazione diretta
Inventata e diretta da Grohl, la serie – che HBO trasmetterà da venerdì 17 ottobre – segue i Foo Fighters mentre si immergono nella storia, nella cultura e nelle personalità delle capitali americane del rock, del blues, del punk, del funk e del country. Ogni tappa si conclude con i Foo Fighters che suonano una canzone nuova, con un testo che riflette ciò che Grohl ha scoperto durante la settimana. Le otto canzoni finiranno nel nuovo album, che, con la serie, celebra il 20esimo anniversario della band.
«Voglio che i miei testi testimonino un’ispirazione diretta», dice Grohl, che a Washington è tornato sui luoghi hardcore-punk della sua adolescenza, a Nashville ha discusso delle radici che il country ha nella musica sacra. A New Orleans ha parlato con autorità dell’R&B come Allen Toussaint e Trombone Shorty.
«La cosa più apprezzata del mio ultimo documentario, Sound City, è stato l’aspetto umano», dice Grohl, «perciò mi son detto: “Perché non farlo per tutti gli Stati Uniti?”. Certo, è stato come rifare Sound City otto volte». Grohl ha coperto buona parte dei costi di tasca sua. Mi cita due concerti allo stadio di Città del Messico: «Per quelle due date la mia band ha suonato gratuitamente, i soldi sono andati tutti alla serie tv».
L’album ha otto canzoni, ma è il nostro disco più lungo di sempre
Grohl lavora a Sonic Highways dall’anno scorso, con gli altri Foo Fighters e il produttore Butch Vig. «È stato un processo complicato», spiega, «ho studiato la storia di ogni città e ho deciso un tema. Poi ho cercato un punto d’incontro tra la musica che ho scritto negli ultimi due anni e i temi che avevo scelto».
Ma tutto è rimasto materiale grezzo finché i Foo Fighters non sono andati a filmare nelle città, a raccogliere ispirazione dai ricordi e dalle idee degli esperti e dei musicisti locali. «L’album ha otto canzoni, ma è il nostro disco più lungo di sempre», dice Grohl, «perché ci sono jam epiche. Quando porti Joe Walsh degli Eagles nello studio di Joshua Tree, nel deserto della California, sai che non avrai mai un singolo pop da tre minuti. Diventa tutto più strano».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di settembre di Rolling Stone