Dopo le accuse di abuse sessuali mosse da Wade Robson e James Safechuck nei confronti di Michael Jackson in Leaving Neverland, la famiglia del Re del Pop ha deciso rispondere al documentario con un contro-doc. In Neverland Firsthand: Investigating the Michael Jackson Documentary, che dura 30 minuti ed è stato pubblicato su Youtube, il giornalista Liam McEwan (che è anche produttore) “esplora ulteriormente le accuse fatte in Leaving Neverland e fa luce sulle informazioni che sono state escluse dal film della HBO”, come scrive nella sinossi, intervistando parenti e membri della cerchia ristretta di MJ che difendono la star, a partire dai nipoti Taj e Brandi Jackson.
Il mini documentario parte dal 1993: Michael Jackson è all’apice della sua popolarità con Dangerous quando Jordan Chandler, allora 13enne, e la sua famiglia intentano una causa civile contro la popstar. Nel gennaio del 1994 la famiglia Chandler riceve un risarcimento di 23 milioni di dollari, un atto che molti per parecchio tempo hanno considerato come un’ammissione di colpa da parte Jackson. McEwan raggiunge telefonicamente Scott Ross, investigatore privato coinvolto nel processo che spiega: “Quei soldi non sono arrivati da Michael Jackson, ma dalla sua compagnia di assicurazione. Lei non hai mai avuto un incidente d’auto? Anche se dice che non è colpa sua, l’assicurazione decide di agire come vuole”.
Il video prosegue parlando di quanto, per le star, cause e scandali siano una parte della vita, “che le accuse siano legittime, oppure no” afferma McEwan mentre vediamo immagini di Britney Spears e sentiamo la voce di Will Smith che che elenca i procedimenti in cui è stato coinvolto.
Nel 2003 la polizia perquisisce Neverland senza trovare nulla di compromettente, spiega il documentario, e a dicembre Jackson viene denunciato per sette casi di abuso su minori. Dopo il processo nel 2005, Jackson viene dichiarato non colpevole.
Si arriva poi a gennaio 2019 e all’uscita di Leaving Neverland basato sulle testimonianze di James Safechuck e Wade Robson.
La nipote di Jackson Brandi racconta come ha incontrato Wade Robson quando aveva circa nove anni nel 1991. I due sarebbero diventati migliori amici e sarebbero stati insieme per sette anni. “È sempre stato un po’ un opportunista, sa come sfruttare situazioni che lo avvantaggeranno dal punto di vista economico: visto che non aveva ingaggi, ha puntato tutto su questo”, afferma Brandi nel documentario. La sua relazione con Robson è stata lasciata fuori da Leaving Neverland. “Screditerebbe le cose che sta cercando di rivendicare” spiega la ragazza “Deve smetterla di raccontare bugie”.
L’altro nipote Taj altro parla delle lettere indirizzate a Wade e James comparse in Leaving Neverland, cercando di spiegare che non sono strane, perché il Re del Pop avrebbe scritto messaggi ispirazionali a tutti i suoi parenti, compreso lui e i suoi fratelli: “Non c’è nulla di insolito, ma nel contesto sbagliato, chi non lo conosce penserà che sia strano”.
“La violenza sessuale non deve mai essere presa alla leggera. Questo film non è stato fatto per denigrare le vittime o togliere valore le loro dichiarazioni”, specificano i produttori.