Miguel Bosé ha subito una rapina: venerdì scorso un commando armato composto da 8 uomini ha fatto irruzione nella casa del cantautore italo–spagnolo a Città del Messico, impossessandosi di gioielli e denaro, di un’auto e di altri effetti personali. La notizia della rapina è arrivata dal conduttore televisivo messicano Gustavo Adolfo Infante, secondo il quale al momento dei fatti Bosé si trovava a casa per riprendersi da un’influenza.
Infante ha fornito qualche dettaglio relativo alla dinamica dei fatti: il conduttore ha fatto sapere che l’artista era seduto a bere il tè con il figlio Tadeo, 12 anni, quando uno degli uomini del commando che era riuscito a infiltrarsi in casa gli ha puntato una pistola alla tempia. Sempre secondo quanto riferito da Infante, durante la rapina Bosé è stato rinchiuso in una stanza insieme alle colf.
Al termine della rapina, i ladri si sono allontanati usando un suv blu di proprietà del cantante. Per passare inosservati durante la fuga, gli uomini del commando hanno rapito l’autista di Miguel Bosé e lo hanno costretto a guidare fino all’uscita dello Stato federato.
Lunedì Bosé ha commentato l’accaduto con una serie di storie sul suo profilo Instagram, confermando la versione di Infante: il gruppo avrebbe “legato” il cantante, i suoi due figli e il personale di casa per più di due ore. «Era una situazione molto tesa e spiacevole», ha spiegato.
Bosé ha anche fatto sapere che continuerà a vivere in Messico nonostante l’incidente. Lunedì l’ufficio del procuratore di Città del Messico ha condiviso un comunicato in cui ha fatto sapere di avere recuperato l’auto del cantante, e che le autorità stanno analizzando le riprese video del circondario della sua abitazione a Rancho San Francisco per individuare gli autori della rapina.