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Milano, pensati jazz: il programma dell’ottavo JazzMi è una bomba

Da Gilberto Gil (già sold out) a Marcus Miller, passando per gli italiani e la scena britannica. Tutta la città coinvolta con centinaia di eventi tra il 12 ottobre e il 5 novembre. E in Comune sono sicuri: «Milano può e vuole essere una capitale del jazz». All'inaugurazione in Triennale anche Fabrizio Bosso, che suona Overjoy di Stevie Wonder.

Overjoy di Steve Wonder suonata da Fabrizio Bosso ai giornalisti nel teatro della Triennale: inizia così l’ottava edizione di JazzMi 2023, con un assaggio di uno dei concerti più attesi del palinsesto di quest’anno, alla conferenza di presentazione del programma definitivo (disponibile da oggi su jazzmi.it). Bosso, nello specifico, suonerà nella sala Puccini del Conservatorio di Milano il prossimo 21 ottobre, e porterà in scena, con il suo quartetto, un repertorio dedicato a Stevie Wonder.

Presente alla conferenza stampa di presentazione del festival, ha elogiato l’efficienza dell’organizzazione, che permette ai musicisti di dedicarsi, con la mente sgombra, a dare il meglio di sé sul palco. Forse è uno dei segreti del successo sempre crescente di una rassegna che negli anni si è mostrata capace di chiamare a raccolta un’intera città attorno a un unico tema. E così Milano si riscopre più luminosa sotto le stelle del jazz: «La rassegna è irrinunciabile per tutta la città – ammette durante la conferenza l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi – che può e vuole essere una grande capitale del jazz». E quando si dice “tutta la città”, lo si dice in senso letterale. Perché, se a fare da casa base ci penseranno gli spazi della Triennale e lo storico Blue Note, ogni zona di Milano sarà di fatto coinvolta dagli spettacoli del palinsesto: il Volvo Studio, gli storici teatri come Arcimboldi, Carcano e Dal Verme, l’ADI Design Museum, l’Armani Silos, Eataly Smeraldo, BiM e Cascina Nascosta, oltre ovviamente ai club (Alcatraz, Fabrique, Magazzini Generali, Santeria, Biko, Magnolia, BASE) e a nuove location (Horto Restaurant e Armani/Bamboo Bar).

Ma veniamo al programma, che accoglie innanzitutto tantissime star internazionali, a partire dal sold out già annunciato di Gilberto Gil: artista immenso, nonché attivista, politico e “guardia d’onore” della cultura in tutte le sue forme nel mondo e in particolare nel suo Brasile. E a proposito di Brasile: «la musica brasiliana è molto presente nel programma – spiega Luciano Linzi, co-direttore artistico del JazzMi -. Del resto il jazz flirta con la musica brasiliana da sempre e abbiamo voluto rappresentare questa sfaccettatura, sia portando un nome storico, appunto Gilberto Gil, sia ospitando anche alcuni esponenti della nuova ondata di questo rapporto, come Lucas Santana».

La volontà di rappresentare le contaminazioni che ravvivano la fiamma del jazz, consentendole di bruciare ancora dopo oltre un secolo, è una delle chiavi di lettura per comprendere un programma vasto, ma mai lasciato al caso: «Siamo orgogliosi di ospitare questo appuntamento – spiega ad esempio Paola Dubini, Presidente di Triennale Milano Teatro – e in generale di fare da casa per questo festival nel corso della sua interezza, e volevo sottolineare un aspetto che secondo noi è particolarmente importante: questo genere musicale ci fa riflettere su cosa voglia dire essere parte di una serie di mondi in dialogo costante, cosa significhi accostare i linguaggi musicale e sapere imparare l’uno dall’altro. É un tema che riguarda tutti, anche oltre la musica».

Tra gli altri pesi massimi del genere ospitati nel corso di questa ottava edizione del JazzMi, ci sono anche Marcus Miller, storico bassista che ha accompagnato come turnista e produttore la fase finale di Miles Davis, dal 1981 in poi e Samara Joy, giovane cantante afroamericana pluripremiata nell’ultima edizione dei Grammy: «Crediamo – sottolinea Luciano Linzi – che Samara Joy abbia portato quei premi all’intero comparto del jazz, perché ha dimostrato che anche in tempi recenti c’è spazio per questa musica anche all’interno del mercato istituzionale».

Messaggio accolto e fatto proprio negli ultimi anni da una delle scene più interessanti del panorama jazzistico mondiale, ovvero quella britannica: «Sapete quanto ci appassioni quel contesto – spiega ancora Linzi, motivando la folta presenza nel palinsesto di musicisti della nuova ondata UK Jazz – in cui musicisti formidabili collaborano tra loro e in cui a tutti gli effetti si è formata una scena vivace e prolifica, che sta portando grandi risultati dal punto di vista artistico e reputazionale». Per fare dei nomi: Ashley Henry, Oscar Jerome, Shabaka Hutchings.

Ben rappresentato ovviamente anche il jazz italiano: «Ma ci siamo promessi – ammette Linzi – di fare ancora di più nei prossimi anni». 
E poi iniziative per band emergenti, serate speciali in occasione della notte di Halloween e tanti altri appuntamenti tutti da scoprire all’interno di un programma denso e sorprendente, che abbraccia le tre settimane tra il 12 ottobre e il 5 novembre. I biglietti di tutti gli spettacoli sono disponibili su Vivaticket, TicketOne, Dice e Mailticket.

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