Miley Cyrus sta lavorando a un visual concept album ispirato a ‘The Wall’ dei Pink Floyd | Rolling Stone Italia
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Miley Cyrus sta lavorando a un visual concept album ispirato a ‘The Wall’ dei Pink Floyd

«Ma il guardaroba sarà migliore, con più glamour e pop. È il tentativo di curare una cultura malata attraverso la musica»

Miley Cyrus sta lavorando a un visual concept album ispirato a ‘The Wall’ dei Pink Floyd

Miley Cyrus

Foto press

Miley Cyrus sta lavorando a un visual concept album ispirato a The Wall dei Pink Floyd. Lo ha detto durante un’intervista pubblicata ieri da Harper’s Bazaar.

Ci sta lavorando da sei, sette mesi col produttore Shawn Everett. Il progetto (titolo provvisorio: Something Beautiful) avrà una parte “visiva” molto forte. Tra le varie reference citate dalla popstar ci sono il film del 2018 con Nicolas Cag Mandy, di cui ha coinvolto il regista Panos Cosmatos, e l’opera rock dei Pink Floyd The Wall, il doppio uscito nel 1979, rappresentato dal gruppo nei biennio 1980-81 in uno show spettacolare, trasformato in un film del 1982 da Alan Parker.

«È ispirato a The Wall», dice del suo disco Cyrus, che spiega di aver visto il film di Parker quand’era adolescente. Per andarci, lui e il fratello hanno affittato una limousine, hanno fumato erba, si sono vestiti con pellicce in stile anni ’70. «Ci siamo proprio immedesimati, sento un attaccamento per questo. La mia idea era di fare The Wall, ma con un guardaroba migliore, con più glamour e cultura pop».

Secondo Cosmatos, «il disco è il più sperimentale di quelli che ha fatto, ma lo è in modo pop». Per Cyrus l’atmosfera dell’album è «ipnotizzante e glamour». Il concept, aggiunge, «è il tentativo di curare una cultura malata attraverso la musica. Vorrei essere per la gente una sorta di sostanza psichedelica umana. Non m’interessa che qualcuno voglia essere come me, imitarmi o ispirarsi a me. Voglio far vibrare le frequenze dei vostri corpi a un altro livello».

Nel disco, è la parte visiva a influenzare il sound e non viceversa. «L’importante è che tutte le canzoni abbiano questa proprietà sonora curativa. Possono parlare di distruzione, di cuori infranti o di morte, ma sono presentate in un modo che è bello, perché i momenti peggiori della vita hanno in sé qualcosa di bello. Sono l’ombreggiatura, il carboncino, le sfumature. Non esiste quadro senza punti luce e contrasti».

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