Era stato presentato un po’ a sorpresa al Concertone del Primo Maggio a Roma dopo un breve discorso sullo stato della musica e dell’industria italiana («gli artisti non sono per niente considerati e rispettati dalla politica. Dal popolo invece sì, perché il popolo lo sa che rimanere senza musica, senza canzoni è fare una vita peggiore»), ma ora l’inedito di Morgan, Rutti, è diventato ufficialmente un brano della sua discografia.
La canzone, prodotta da Canova e scritta insieme a Leonardo Zaccaria, Vincenzo Colella e Canova, e uscita quest’oggi, potrebbe essere definita come l’Avvelenata di Morgan. Nel suo incedere infatti il brano si scaglia contro l’industria musicale da più punti di vista: “Si chiama musica, cosa magnifica / che qui confondono con la classifica”, “Si chiama merito, parola ipocrita / se a prevalere qui è la mediocrità”, “Loro farebbero col diavolo dei patti / pur di riuscire a fare i soldi con i rutti”, “Ma qui si esagera pubblicando rutti!”. O ancora “Se penso all’arte ne ho abbastanza / mi ha rotto il cazzo pure Il cielo in una stanza”.
Rutti avrà però vita a sé, e non sarà compreso in …E quindi insomma ossia, l’atteso disco in studio di Morgan con testi di Pasquale Panella.
Quindi, signore e signori, ecco i rutti di Morgan: