Rolling Stone Italia

Morgan scaricato dalla Warner, per Claudio Trotta «l’ipocrisia di questa decisione rasenta l’incredibile»

Il fondatore di Barley Arts, agenzia che si è occupata in passato dei concerti di Castoldi, si chiede se la major «avrebbe preso la stessa decisione con un cantante internazionale o anche nazionale che fa numeri di streaming importanti»

Foto: Virginia Bettoja/Sky

Dopo la pubblicazione dei messaggi violenti di Morgan indirizzati alla ex Angelica Schiatti, a Calcutta e non solo, la Warner che lo aveva da poco messo sotto contratto ha deciso com’è noto di dare «mandato ai propri legali per interrompere il rapporto contrattuale in corso con l’artista Morgan lasciando che la questione sia dibattuta nelle giuste sedi».

La decisione presa ieri segue il messaggio in cui Calcutta, attuale compagno di Angelica, ha scritto di voler «interrompere ogni mio possibile rapporto lavorativo» con la Warner. «Le canzoni che scrivo non saranno più disponibili per gli/le interpreti del loro roster, e tutti i suoi dipendenti non sono più i benvenuti ai miei concerti. Non sarà un piacere neanche incontrarli per strada sinceramente perché chi si comporta così restando in silenzio ai miei occhi è complice. Guardatevi dentro ogni tanto».

C’è però chi non apprezza la decisione di Warner Music Italy. È il caso del promoter Claudio Trotta, fondatore di Barley Arts: «L’ipocrisia di questa decisione rasenta l’incredibile. Warner firma Morgan e non è al corrente delle sue grane legali prima di contrattualizzarlo? Appena esce una notizia su un quotidiano, per quanto grave possa essere l’imputazione per cui è a processo, lo “licenzia”?».

Morgan, in un recente passato, è stato gestito proprio da Barley Arts, per poi interrompere il rapporto e passare alla Imarts di Franz Cattini, dove risulta ancora presente nel roster.

«Senza entrare nel merito della qualità o della mancanza di qualità artistica di Morgan e della simpatia o antipatia del personaggio come temo invece stiano facendo in molti», scrive Trotta, «non si può che essere sconcertati da tutto questo. Le major pubblicano canzoni con testi violenti e sessisti e promuovono personaggi spesso controversi e discutibili e mi chiedo se la Warner avrebbe preso la stessa decisione con un cantante internazionale o anche nazionale che fa numeri di streaming importanti».

Segue un post scriptum con citazione sulla «presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio» e sulle prese di posizione del «moderno (e surreale) politically correct».

Iscriviti