«Basta con questo spauracchio della deriva fascista, è una puttanata pazzesca!». Con queste parole Morgan ha commentato la vittoria di Giorgia Meloni all’agenzia di stampa Adnkronos. «Ma quale deriva estremista? L’alternanza politica è un segno di democrazia. La Meloni è l’unica che è stata in grado di fare opposizione in questi anni».
Come spesso accade, Morgan va controcorrente rispetto al pensiero comune di molti colleghi: «Parlano di fascismo perché evidentemente non hanno altri argomenti. I miei colleghi, i cantanti che continuano gridare “fascismo, fascismo” sono soltanto degli individualisti che pensano solo al loro conto in banca, non gliene frega niente della società. Il fascismo non esiste più così come non c’è più il Partito Comunista. Come disse Giorgio Gaber: “Fascismo e comunismo sono vecchi soprannomi per anziani”».
Prima delle elezioni, Morgan aveva raccontato di aver contattato la leader di Fratelli d’Italia via WhatsApp per sottoporle critiche al programma del suo partito», soprattutto per le scelte linguistiche, aggiungendo che non l’avrebbe votata perché anarchico. Morgan aveva però spesso belle parole per Meloni, definendola «molto meno snob» degli altri politici. «Se la tira meno». Interrogata a Rtl 102.5, Meloni aveva detto: «Morgan mi consiglia le parole da usare? No, non è vero. Ogni tanto ci scriviamo. L’altro giorno mi ha scritto di essere attenti al linguaggio nel programma, da lì è diventato che scrive il programma di Fratelli d’Italia».
A quanto pare il contatto tra i due continua ad essere attivo anche dopo le elezioni: «Ho chiamato la Meloni per farle i complimenti e le ho consigliato di mettere Sgarbi come ministro della Cultura, sarebbe una delle poche volte che si sceglie una persona che ha una competenza specifica in questo ambito», spiega Morgan a Adnkronos.
Sulla questione cultura, inoltre, l’artista è parecchio duro con chi è stato al governo: «Il governo precedente l’ha massacrata. Io spero che arrivino persone nuove e competenti che investano sulla cultura. La cultura è necessaria, la gente la vuole e ne ha bisogno come il pane. Il governo uscente non ha capito un ca… se ne sono fregati altamente. La forza culturale è anche una questione di mercato, la cultura è una parte importante del Pil». Ha poi aggiunto: «La destra un tempo si è preoccupata delle questioni economiche e la sinistra delle questioni culturali, ora avviene esattamente l’opposto. La destra, quasi per disperazione, si è data da fare in termini culturali mentre la sinistra che stava seduta sugli allori non ha fatto nulla. Hanno massacrato la cultura italiana!».
Morgan, che racconta Meloni come donna dalla «grandissima esperienza politica, sempre vicina alla gente» con senso della società e interesse «ai bisogni delle persone» che «non ha bisogno di andare a comprarsi gli slogan come fanno i politici che vivono fuori dal mondo», si è congratulato con la scelta del suo partito di salvaguardare la lingua italiana dagli inglesismi: «La Meloni è l’unica che nel suo programma elettorale ha mostrato interesse per il discorso linguistico e per il vocabolario della lingua italiana. C’era un passaggio nel suo programma in cui si diceva che ci sono ambiti in cui gli inglesismi vanno tolti ed è giustissimo perché sennò la lingua italiana muore».
Infine, il musicista ha proposto le tanto discusse “quote italiane” in radio: «Mettiamo anche in Italia l’obbligo di trasmettere almeno il 50% di musica come fanno in Francia, solo così come si rafforzerebbe subito il mercato discografico».