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Murubutu pubblica ‘Ad occhi chiusi’, un brano per far conoscere la narcolessia

Per la campagna #CreateforSleep2002 il rapper ha utilizzato il suo 'letteraturap' per sensibilizzare il pubblico su questa malattia rara che spesso insorge in età infantile

Foto press

Con la musica si può far tanto. Sembrerà una frase retorica, è vero, ma non accade poi così spesso che le canzoni vengano pensate e utilizzate per veicolare un messaggio sociale. Quando accade, anche grazie al contribuito artistico di musicisti interessanti e affermati, è però importante dargli spazio.

Per la campagna di awareness e sensibilizzazione, #CreateforSleep, che si pone il compito di diffondere soprattutto tra i più giovani una maggiore conoscenza dei sintomi della narcolessia e favorire una più corretta e precoce diagnosi, l’Associazione Italiana Narcolettici e Ipersonni (AIN), con il patrocinio dell’Associazione Italiana Medicina del Sonno (AIMS) e il supporto di BIOPROJET Italia, hanno coinvolto il rapper Murubutu che con il suo letteraturap ha dato vita ad un brano inedito, Ad occhi chiusi, pubblicato oggi per la Giornata Mondiale della narcolessia.

La canzone, con la partecipazione di Elisa Aramonte, racconta la storia di Fabio, persona affetta da narcolessia che ha vissuto e tutt’ora vive le stesse situazioni e sensazioni emerse dalle testimonianze dei pazienti. Lo scopo principale del brano è quello di avvicinare anche le generazioni più giovani a questa patologia, che insorge spesso in età infantile o puberale, venendo però diagnosticata con ritardi anche di anni.

«Sono orgoglioso che Alessio [Murubutu, ndr.] abbia voluto prestare il suo talento per la seconda edizione di #CreateforSleep2022 e supportarci nella nostra campagna di informazione sulla narcolessia», ha dichiarato Massimo Zenti, presidente di AIN, aggiungendo: «La narcolessia è una malattia rara, scarsamente conosciuta, che può avere un impatto molto significativo sulla qualità di vita di chi ne è affetto. Questo è ancora più vero se insorge in età infantile perché si è meno preparati e si hanno meno strumenti per far fronte alle difficoltà che pone la patologia».

Per scrivere il brano Murubutu ha letto le storie e i racconti dei pazienti che soffrono di questo disturbo del sonno: «Leggendo mi sono reso conto di quanto possano essere invalidanti, soprattutto dal punto di vista emotivo, patologie sconosciute e all’apparenza invisibili, come la narcolessia. Ho quindi deciso di elaborare un brano che potesse trasmettere a chi lo ascolta il forte senso di incomprensione e inadeguatezza che i narcolettici spesso provano. Parlare ai giovani oggi non è facile, ma grazie alla mia professione di insegnante ho la possibilità di essere a stretto contatto con loro e di avvicinarmi alla loro sensibilità».

Sull’utilità di fare sensibilizzazione con la musica, si è espresso anche Giuseppe Plazzi, Responsabile del Centro Narcolessia del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie: « Il brano elaborato da Murubutu per la campagna raccontando tutte le fasi di una storia “tipo” di un paziente narcolettico, può essere un utile strumento per far conoscere la patologia anche a chi non ne ha mai sentito parlare e magari aiutare qualche paziente che ne soffre a riconoscersi in Fabio».

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