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Negata la libertà vigilata a Mark David Chapman, l’assassino di John Lennon

Per fare ancora richiesta dovranno passare altri due anni

Mark David Chapman. Foto: New York State Department of Corrections via AP

Mark David Chapman, l’uomo che nel 1980 ha sparato a John Lennon fuori dal suo appartamento di Manhattan, ha chiesto la libertà vigilata per l’undicesima volta e la sua richiesta è stata ancora una volta rifiutata. Il 65enne è stato interrogato dalla commissione per la condizionale il 19 agosto, e ora passerà altri due anni in prigione prima di poter fare un altro tentativo. Chapman è stato condannato a un minimo di 20 anni di carcere nel 1981 e al momento è detenuto nella Wende Correctional Facility di Alden, New York, vicino Buffalo.

L’8 dicembre 1980 Chapman si è dichiarato colpevole di aver sparato e ucciso John Lennon fuori dal Dakota Building, alcune ore dopo che il musicista gli aveva autografato un disco. Diceva di aver pianificato l’omicidio per mesi, quando è stato fermato aveva con sé una copia del Giovane Holden di J.D. Salinger.

Durante l’udienza per la libertà vigilata, Chapman ha detto di aver «trovato Gesù», che ogni anno sente «sempre più vergogna» per il suo crimine e che è disposto a pagare in prigione «per tutto il tempo necessario, anche per sempre».

«Ero troppo coinvolto», ha dichiarato nel 2018. «Ricordo di aver pensato: ehi, hai il disco, guarda, vai a casa. Ma non ci sono riuscito». Yoko Ono ha dichiarato pubblicamente di essere contraria alla possibile libertà vigilata di Chapman, perché potrebbe mettere in pericolo lei e i figli di Lennon, Julian e Sean. Si è anche detta preoccupata della rabbia dei fan dei Beatles, che potrebbero cercarlo per punirlo. La commissione che ha rifiutato le richieste di Chapman nel 2018 la pensava allo stesso modo: «Qualcuno potrebbe tentare o riuscire a fargli del male per rabbia o vendetta, o per le stesse ragioni che hanno portato Chapman a colpire John Lennon, cioè per diventare famoso».

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