Due settimane dopo aver abbandonato Spotify come forma di protesta per la disinformazione sul vaccino del podcast di Joe Rogan, Neil Young ha scritto una lettera sul suo sito contro Daniel Ek, il CEO della piattaforma.
«Voglio dire una cosa ai musicisti e ai creatori di tutto il mondo: trovate un posto migliore di Spotify per la vostra arte», dice il cantautore. «Ai lavoratori di Spotify invece dico che il problema è Daniel Ek, non Joe Rogan. È lui che tira le fila di tutto. Andate via prima che si prenda la vostra anima. Il suo obiettivo sono i numeri, non l’arte o la creatività».
Negli ultimi giorni Ek ha attivato una strategia per combattere la disinformazione sulla piattaforma e cancellato 70 episodi del podcast di Rogan perché si utilizzava terminologia razzista. «Voglio essere chiaro: non credo che zittire Joe sia la soluzione», ha detto Ek. «Dobbiamo avere regole chiare per i contenuti e dobbiamo agire quando non vengono rispettate, ma censurare delle voci ci porta su una strada scivolosa».
Nella sua lettera, Young ha criticato anche le istituzioni finanziarie e le persone della sua generazione che non usano le loro risorse per combattere il cambiamento climatico. «Vorrei dire una cosa ai baby boomer: il 70% degli asset finanziari del paese sono nelle vostre mani, in quelle dei millennial c’è solo il 5%. Noi dobbiamo guidare… nell’era del caos climatico, dobbiamo mollare le aziende che contribuiscono a distruggere il pianeta con i combustibili fossili, che continuano a finanziare anche mentre la temperatura globale aumenta. Togliete i vostri soldi dalle banche americane: Chase, Citi, Bank of America, Wells Fargo».
«Seguitemi, togliamo i soldi dalle mani di chi fa danni, altrimenti saremo come loro», ha detto. «Avete il potere per cambiare il mondo. Possiamo farlo insieme. I vostri nipoti vi ringrazieranno».
Nel frattempo, a due settimane dall’inizio della sua protesta contro Spotify, le vendite della musica di Young sono aumentate. Secondo i dati di MRC Data, riportati da Rolling Stone US, dal 27 gennaio al 3 febbraio gli stream del cantautore sono cresciuti. Lo stesso vale per le vendite degli album, salite addirittura dell’80%.
Anche senza Spotify, Young ha fatto numeri straordinari nello streaming. Oltre alla protesta contro la piattaforma, il cantautore ha beneficiato di una campagna di marketing di Apple Music dedicata proprio al suo catalogo.
Sono le vendite vere e proprie, però, a registrare gli aumenti più impressionanti. Dal 27 gennaio al 3 febbraio Young ha venduto 6285 dischi e 7278 tracce digitali. La vendita delle copie fisiche è aumentata del 102%, quelle dei brani digitali del 74%. Non è successo solo a lui: Joni Mitchell, tra gli artisti che hanno seguito il suo esempio e lasciato la piattaforma, ha aumentato gli ascolti in streaming del 32%, le vendite degli album del 125% e delle tracce digitali del 193%.