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Nel 2022 cambieranno le regole delle classifiche musicali

La Federazione Industria Musicale Italiana mette alcuni paletti al conteggio di repack, dischi venduti con allegato un gadget, CD comprati ai firmacopie che servono anche per entrare nella top 10

Foto: Florencia Viadana/Unsplash

Siccome oggi per entrare in classifica basta un numero relativamente basso di copie fisiche vendute rispetto a un tempo, artisti, manager ed etichette discografiche hanno trovato da tempo nuovi modi per convincere il pubblico a spendere soldi per un oggetto fisico nell’era della musica digitale.

È il caso dei cosiddetti firmacopie: chi altrimenti mai avrebbe acquistato l’album lo fa nei negozi dove l’artista incontra i fan. Poco importa se il CD o il vinile diventano semplici supporti per autografi o scuse per scattare una foto: è comunque una copia venduta. E lo stesso vale per CD abbinati a felpe o inclusi in bundle con biglietti dei concerti.

Ora la Federazione Industria Musicale Italiana ha comunicato che «a partire dalla prima settimana del 2022 verrà aggiornata la metodologia applicata ai fini di classifiche e certificazioni». Sono state riviste proprio le norme che regolano il conteggio delle copie vendute agli instore, nei bundle e nei cosiddetti gruppaggi.

Nel caso di concerti i cui biglietti sono venduti con abbinati dei dischi, le vendite saranno conteggiate solo nel caso in cui il prodotto sia un album dell’artista che si esibisce dal vivo, qualora album e biglietto siano acquistabili anche singolarmente. Il bundle inoltre deve avere un prezzo di vendita superiore al prezzo del solo biglietto di almeno il 20% e l’album abbinato deve essere uscito da non più di 90 giorni. Per quanto riguarda gli instore, ai fini della rilevazione l’acquisto è limitato ad un massimo di tre copie per ciascun consumatore ed etichetta o distributore devono fornire tutta una serie di dati.

Per quanto riguarda i bundle, il merchandising incluso deve essere fisico (ma valgono anche i Meet & Greet), deve avere un chiaro riferimento all’artista o all’album, il prezzo del pacchetto deve essere maggiorato almeno del 20% per articoli di basso valore come braccialetti in plastica, bandane, tazze o altri piccoli gadget e almeno dell’80% per articoli come t-shirt, cappellini, felpe.

Cambiano anche le regole dei gruppaggi, ovvero i prodotti riferibili a un solo album, un fatto che riguarda soprattutto (ma non solo) la musica digitale. Nel tentativo di ravvivare l’interesse nei confronti di un album, questo viene spesso ripubblicato in nuove edizioni. Ora le regole sono più stringenti, tra cui quella che prevede che i dischi debbano avere il titolo originale con eventuale sottotiolo (ammessi Remastered, Acustico, Tour Edition, ecc) e che contengano tutte le tracce dell’album originale.

Un paio di mesi fa FIMI aveva innalzato le soglie per ottenere le tanto ambite certificazioni dei singoli. Dalla prima settimana del 2022 salgono da 35 mila a 50 mila copie equivalenti per il disco d’oro, da 70 mila a 100 mila per quello di platino. Immutate quelle per gli album: 25 mila per l’oro, 50 mila per il platino. «La scelta» ha scritto FIMi «segue le mutate condizioni del mercato dei singoli, come emerge della netta differenza del numero delle certificazioni assegnate quest’anno rispetto al 2020». L’anno scorso il numero di certificazioni dei singoli è stato pari a 360, nel 2021 è salito a 733.

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